Al via le audizioni dei candidati Ue, incognita Italia

Von der Leyen
La presidenta eletta della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha avviato le audizioni con i candidati.(ansa.it)

BRUXELLES. – La vera incognita resta l’Italia. Mentre a Roma la politica è alle prese con la crisi di governo, a Bruxelles la presidente eletta Ursula von der Leyen procede a passo spedito per la formazione della prossima Commissione europea, e avvia le audizioni.

Nel giorno della scadenza prevista dal Consiglio Ue per l’indicazione dei candidati ad entrare a far parte dell’esecutivo comunitario, all’appello mancano Francia e Italia.

Da Parigi, con il presidente Emmanuel Macron impegnato nel G7 di Biarritz, si attende comunque un nome a breve, mentre l’Italia ha chiesto un rinvio, in attesa di comporre il puzzle del nuovo possibile governo giallo-rosso.

Voci insistenti vedono in pole position il ministro degli Esteri Enzo Moavero, grande esperto della macchina europea e uomo di fiducia di Mattarella.

Ma nel pomeriggio, prima dei vertici in serata a Roma, continuava a circolare anche il nome di Giuseppe Conte in caso di mancato reincarico.

Entrambi potrebbero aspirare ad un ruolo di rilievo, probabilmente anche ad una vicepresidenza, ma “prima sarà presentata la candidatura, meglio sarà”, ha ammonito la portavoce della Commissione Mina Andreeva.

Von der Leyen ha avviato da oggi le audizioni ufficiali con i candidati per le assegnazioni dei dossier. Non tutti quelli che sono stati designati dalle capitali faranno necesariamente parte della squadra finale, anche perché tra gli obiettivi fissati dall’ex ministro della Difesa tedesco c’è quello di guidare un team all’insegna della vera parità di genere.

Intanto arrivano i primi colpi di scena. E’ il caso del polacco Krzysztof Szczerski, capo di gabinetto del presidente Andrzej Duda, che ufficialmente ha rinunciato all’incarico a Bruxelles “perché la Polonia assumerà il portafogli dell’Agricoltura” e lui ha ammesso di non avere “competenze in materia”.

Secondo alcuni osservatori, in realtà, Szczerski ha preferito battere in ritirata prima di una probabile bocciatura all’Eurocamera, dove tutti i designati all’esecutivo Ue tra qualche settimana saranno sottoposti ad una vera e propia graticola.

Data la situazione dello Stato di diritto in Polonia, e visto il ruolo ricoperto dal capo di gabinetto di Duda, la sua candidatura alla Commissione, assieme a quella del ministro della Giustizia ungherese Laszlo Trocsanyi (per un’analoga situazione nel suo Paese), era tra le più controverse.

Qualche nube si è assiepata anche sulla nomina del ministro degli Esteri belga Didier Reynders. Vari partiti hanno protestato per la proposta del governo di Charles Michel, in carica per gli affari correnti, e c’è chi addirittura valuta un ricorso al Consiglio di Stato.

Non mancano critiche poi per l’indicazione del giovane ministro dell’Economia lituano, Virginijus Sinkevicius, 28 anni, che potrebbe diventare il commissario europeo più giovane della storia.

Il Regno Unito, invece, deciso ad uscire dall’Ue il 31 ottobre in qualsiasi circostanza, ha formalizzato la sua decisione di non voler fare nomi per Bruxelles perché “la nuova squadra di governo si insedierà il primo novembre, quando la Gran Bretagna sarà già uscita, con o senza accordo”.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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