Sardegna, non solo la sabbia ora rubano le foto delle spiagge

Spiagge Cala Monte Turno, Castiadas (CA) Sardegna
Spiagge Cala Monte Turno, Castiadas (CA) Sardegna

ROMA. – Non solo sabbia, conchiglie e ciottoli, ora anche foto. Nel saccheggio delle spiagge sarde si apre un altro fronte ed è quello dei furti di foto degli arenili sardi per pubblicizzare località all’estero. Le foto-cartolina delle acque cristalline e delle splendide distese di sabbia dai mille colori dell’isola italiana vengono ‘spacciate’ come istantanee scattate in Grecia. E non è nemmeno la prima volta che angoli incantati della Sardegna vengono usati per decantare le bellezze di altri Stati o Regioni.

Vittime inconsapevoli della truffa turistica, come racconta la Nuova Sardegna, questa volta sono le spiagge di Mari Ermi, nelle Coste del Sinis di Cabras che si è trasformata in un angolo di Creta e di Cala Mariolu a Baunei magicamente diventata Corfù.

Il raggiro turistico è stato realizzato proprio da un’agenzia di viaggi di Corfù che ha collegamenti con molti siti internet e pagina Facebook. Se si naviga sulla galleria della pagina “Magical Greece” si trova anche Cala Coticcio a Caprera diventata “la bellissima Grecia”.

Immediata la “rivolta on line” di molti sardi che non hanno faticato a riconoscere le foto della propria terra: hanno lasciato commenti al vetriolo ed intimato il tour operator a non diffondere immagine rubate. La speranza è che i responsabili, così come già accaduto per altri casi avvenuti in Italia, possano essere accusati di truffa e frode informatica.

Nel frattempo continuano senza sosta i tradizionali furti di souvenir dalle spiagge, soprattutto sabbia e conchiglie. Un fenomeno così esteso che il materiale sequestrato ammonta ormai ad alcuni quintali. I sequestri, compiuti in più riprese, sono stati eseguiti all’ aeroporto di Cagliari-Elmal nei confronti di gruppi di turisti in partenza dalla Sardegna.

Tra le spiagge più saccheggiate quelle di Villasimius, Chia, Costa Rei, Teulada, Piscinas, Is Arutas e Mari Ermi, Muravera, Geremeas e Porto Pino.

I responsabili sono per lo più turisti stranieri che vogliono portarsi a casa un prezioso ricordo della loro vacanza, senza riflettere sulle drammatiche conseguenze che un simile gesto provoca sull’ecosistema ambientale. Vengono soprattutto da Francia, Spagna, Ungheria, Polonia, Germania, Svizzera e Regno Unito, anche se non mancano gli italiani.

Il sito “Sardegna rubata e depredata” assicura che tutto il materiale recuperato sarà riportato e riposizionato sui litorali violati.

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