Tre quarti delle imprese vede l’Italia in recessione

Operaio lavorando in industria. A picco industria italiana, spettro recessione
A picco industria italiana, spettro recessione.

MILANO. – I tre quarti delle aziende italiane vedono il Paese in recessione o sul punto di entrarci: il 65% ritiene infatti che sia già in corso mentre l’11% pensa che la crisi conclamata arrivi entro un anno. E, anche se stanno migliorando, restano grandi problemi per i pagamenti da parte dello Stato, con tempi che producono ancora il paradosso per il quale le imprese creditrici nei confronti della pubblica amministrazione sono spesso costrette a indebitarsi per far quadrare i conti.

E’ l’impietosa fotografia contenuta in una ricerca di Intrum, uno dei maggiori operatori europei nei servizi al credito, che ha coinvolto oltre 11mila imprese di 24 Paesi del Vecchio continente, 600 in Italia. Secondo lo studio, solo il 10% dei manager – sono stati intervistati amministratori delegati, responsabili dei crediti, ‘business controller’ o posizioni simili – pensa che nella penisola non vi sarà recessione.

Per il 70% delle aziende una dei problemi maggiori resta la lunghezza dei termini di pagamento. La ricerca afferma infatti che le imprese italiane vengono pagate in media in 29 giorni dai consumatori, in 48 giorni dalle altre aziende (con il curioso segnale che nella ‘Locomotiva d’Italia, cioè la Lombardia, il dato sale a 68 giorni) e in 67 giorni dal settore pubblico.

Nell’ultimo caso il miglioramento rispetto all’anno scorso (104 giorni) è sostanziale, “ma si rimane ampiamente al di sopra della media europea – denuncia Marc Knothe, amministratore delegato di Intrum Italy – e, mettendo in difficoltà le imprese che aspettano di essere pagate, non si fa che peggiorare il morale di tanti imprenditori che si sentono già in recessione.

Se, per pura ipotesi, lo Stato si indebitasse a tassi bassissimi per pagare i propri fornitori, potrebbe evitare che le imprese fornitrici si indebitino a tassi alti per poter sopravvivere. Il problema comunque non riguarda solo i tempi lunghi da parte dello Stato ma anche il ritardo delle grandi imprese private che, facendo valere la propria forza, continuano a pagare in ritardo i fornitori”, conclude Knothe.

Secondo Intrum, il 79% del ‘made in Italy’ soffre infatti di problemi di perdite sui crediti, contro il 46% della media europea. Con una curiosità: il Paese nel quale la pubblica amministrazione è la più veloce nei pagamenti è la Bulgaria (11 giorni), seguita da Estonia e Lituania con 12, Slovacchia con 16 e Irlanda a quota 23. Un miraggio per le aziende italiane.

(di Alfonso Neri) (ANSA) –

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