Giugno nero per l’industria. La produzione torna giù

Fabbrica di mobili
Un impianto industriale per la produzione di mobili. (depositphoto)

ROMA.- L’Industria italiana segna una nuova battuta d’arresto. A giugno la produzione torna negativa. Non scende troppo sotto lo zero (-0,2%) ma perde quasi tutto il recupero messo a segno il mese prima. Un andamento frustrante, soprattutto a confronto con il 2018. In questo caso la flessione è dell’1,2%.

Un dato su cui pesa il tonfo dell’attività nel settore auto (-17,7%) ma probabilmente anche la debolezza del mercato estero. E l’estate non promette bene. Le tensioni sui dazi si riaccendono e la locomotiva tedesca non sembra riuscire a ingranare la giusta marcia.

Detto ciò a giugno poteva andare peggio. Le previsioni degli analisti erano alquanto pessimiste. Si scommetteva su un brusco rientro dopo il balzo di maggio. L’Istat rilasciando il dato parla infatti di una “contenuta flessione congiunturale”.

Insomma ci sarebbe ancora un po’ di margine. “Resta possibile una riaccelerazione dell’industria (e del Pil)”, dice Paolo Mameli della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, anche se, ammette, “le recenti rinnovate tensioni nel rapporto tra Stati Uniti e Cina sul fronte della guerra tariffaria potrebbero anticipare un’ulteriore debolezza del settore industriale”.

E, fa notare, il manifatturiero non è un comparto qualunque, più a lungo resta malato più alto è il rischio che possa contagiare il resto dell’economia. Non a caso i sindacati temono ricadute sul lavoro.  La Cisl si dice preoccupata, ricordando i 250 mila lavoratori coinvolti nei tavoli di crisi già aperti e lanciando un appello al Governo affinché ci sia “un cambio di rotta”.

Per ora a risollevare la produzione ci pensa il caldo. Non è infatti da escludere un “effetto condizionatori” sul positivo apporto giunto dell’energia (+2,4% rispetto a maggio). Tutto il resto invece va male, con i cali più accentuati per i beni di consumo, specialmente quelli durevoli, come mobili, motocicli o gioielli.

Guardando ai singoli comparti, spicca in positivo la farmaceutica (+6%), mentre in negativo si contraddistinguono la fabbricazione di mezzi di trasporto (-7,6%) e in particolare dell’auto, che secondo l’Anfia subisce un calo ancor più netto (-23%). Ad abbassare le stime ci si mette poi anche una voce che solitamente fa invece da traino, quella delle macchine utensili (-3,0%).

Tirando le fila del secondo trimestre, l’indice della produzione complessiva gira in negativo dello 0,7%. Cifra in linea con la crescita zero del Pil. Su base annua invece il “rosso” accumulato è già pari allo 0,8%.

Fin qui i dati corretti per gli effetti di calendario, più accentuate le cadute calcolate sui valori grezzi. Anche perché giugno ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Ecco che senza correzioni la contrazione annua è del 4,2%, la più forte dall’aprile del 2017.

Adesso però gli occhi sono puntati sul prossimo trimestre, il terzo. Le aspettative della imprese non sono granché. Per Confindustria dalla stagnazione non si esce e il ‘sentimenti’ rilevato dall’Istat tra le aziende del manifatturiero, ai minimi dal 2015, suona come una conferma.

(di Marianna Berti/ANSA)

Lascia un commento