Montanino, capo economista di Confindustria: “La crescita 2019 ormai è compromessa”

Un operaio camminando in un deposito di materiale industria meccanica..
Un operaio camminando in un deposito di materiale industria meccanica.. EPA/FOCKE STRANGMANN

ROMA. – L’Istat certifica una economia ferma nel secondo trimestre, come avevano previsto gli industriali beccandosi l’accusa di fare ‘i gufi’: oggi, Confindustria cosa teme di fronte ad una ‘ufficiale’ crescita zero? “Il dato non ci sorprende, sono molti mesi che vediamo l’economia italiana sostanzialmente ferma” commenta il capo economista di via dell’Astronomia, Andrea Montanino.

“Vediamo qualche piccolo segnale positivo che potrebbe ripercuotersi sull’andamento del Pil” dice all’ANSA, ma avverte: “Difficilmente nel 2019 andremo oltre la crescita zero che avevamo previsto, o cresceremo solo di qualche decimale. Anche se avessimo una seconda parte del 2019 più positiva ormai l’anno è compromesso”.

Preoccupa in particolare “la produzione industriale che sta scendendo molto, e noi siamo un Paese manifatturiero”. Dati contrastanti: Pil fermo, l’occupazione cresce? “Considero interessanti i dati sull’occupazione, perchè sono positivi”, ma è una crescita che “non si riflette sul Pil. Forse stiamo creando occupazione a basso valore aggiunto. La sensazione è che sia occupazione in servizi a basso valore”.

Passiamo dall’industria all’economia dei rider? “Stiamo trasformando la nostra economia dalla nostra tradizione manifatturiera, che crea valore aggiunto, a servizi a basso valore. Stiamo tornando indietro”.

Si arretra con “orari più flessibili, più occupati ma nel complesso meno ore di lavoro. Le teste posso crescere ma non è detto che si cresca altrettanto in termini di ore di lavoro”, dice il direttore del centro studi di Confindustria.

“Quali le priorità, oggi, per la politica economica del Paese? “Sono due. La prima: non scherziamo sui conti pubblici. Oggi il calo dello spread porta grandi benefici all’economia. E c’è la finestra della politica espansiva della Bce che dobbiamo sfruttare”. Poi, “mettiamo più soldi in busta paga: bisogna tagliare il cuneo fiscale a favore dei lavoratori”.

(di Paolo Rubino/ANSA)

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