Nuoto: l’onda azzurra lancia Pilato, bambina argento vivo

Benedetta Pilato, la sinistra con la medaglia d'argento vianta ai Cmpionati del Mondo di Nuoto a Gwangju,in Corea del Sud.
Benedetta Pilato, la sinistra con la medaglia d'argento vianta ai Cmpionati del Mondo di Nuoto a Gwangju,in Corea del Sud. (ANSA/AP Photo/Lee Jin-man)

ROMA. – Ha pianto, riso, urlato e con quella medaglia pesantissima al collo si è lasciata scappare “aiuto…”. Un mese fa finiva il suo primo anno di liceo a Taranto, a Gwangju Benedetta Pilato si è ritrovata sul podio mondiale, una cosa da far balzare il cuore in gola perché a 14 anni l’argento nei 50 rana sa di impresa che proietta l’azzurrina poco più che bambina tra le big del nuoto.

Lei, la millennial azzurra, classe 2005, dopo aver segnato il primato italiano nelle eliminatorie del giorno prima (29”98), schiaffeggia l’acqua coreana con l’autorevolezza delle più esperte, tiene testa e quasi impensierisce la regina Lily King, costretta a tirar fuori il repertorio migliore per non vedersi soffiare l’oro dalla ragazzina pugliese. Pilato chiude seconda, battendo un’altra star della rana, la russa Yulia Efimova.

“Aiuto, sono sconvolta: non ci posso credere” l’esultanza che galleggia tra paura e felicità della piccola Benny. ‘E’ nata una stella’ il leit motiv dell’ultima giornata di gare del torneo iridato più ricco in vasca per l’Italia con tre ori, due argenti e tre bronzi: unghie fluo e capelli metà castani e metà biondi – questi non un vezzo, ma frutto dell’iniziazione riservata alle matricole – Pilato non si è ripetuta nel tempo record (30″ il crono in finale), ma si è superata nel risultato. Lei che ad agosto torna in acqua a Budapest per i mondiali della sua età, quelli junior.

“Sono contentissima voglio vivere questo momento non ci credo – le parole miste a lacrime del’azzurrina -. E’ bellissimo competere con atlete così esperte da cui ho solo da imparare”. E racconta quei 30 secondi che l’hanno portata alla ribalta mondiale: “Quando sono arrivata non ci stavo capendo nulla, mi stavo sentendo male e la King mi ha abbracciato e detto ‘tutto ok'”.

“E’ un fenomeno, una donna in un corpo di bambina – dice di lei Martina Carraro, bronzo nei 100 rana e finita quinta nella gara sprint -. A quell’età ti sembra di vivere una favola, hai la leggerezza dell’inesperienza”. La 14enne tarantina diventa così la più giovane nuotatrice italiana medagliata ai mondiali della storia. Meglio di Novella Calligaris e di Federica Pellegrini, che dopo lo show d’oro nei 200 stile ha chiuso la sua storia con i mondiali mondiali (nove edizioni e undici medaglie, sei del metallo più prezioso).

“Ero molto tesa – racconta l’azzurra allenata da Vito D’Onghia per la Fimco Sport – in realtà non lo sono mai stata così tanto prima di una gara, ma era una finale mondiale. La mia prima volta. Sapevo di potermela giocare e sono felicissima del risultato. Sono stata anche in testa, ma sapevo che sarebbe stato difficile conservare la posizione. In realtà pensavo di essere arrivata terza. Poi ho visto che ero seconda. Wow. Ancora non ci credo. Alla fine non ho capito nulla, per un attimo ho avuto la sensazione di sentirmi male. Voglio vivere questo momento; ma desidero capire fin dove posso spingermi già ai mondiali junior dove nuoterò anche altre gare”.

I suoi quasi settemila follower sui social adesso voleranno alle stelle, e pensare che papà Salvatore neanche voleva farla nuotare, pensando ai troppi sacrifici nella sua breve esperienza con il nuoto. “Poi Vito gli ha detto di farmi provare una gara sola, e così ci sono state la seconda, la terza e così via”. Adesso lavora in Marina “ma non so cosa faccia”.

Invece la mamma Antonella l’accompagna ogni giorno in piscina. “Nuoto in una vasca da 25 metri a 10 minuti da casa. Ci vado ogni sera dalle sette e tre volte a settimana faccio palestra – racconta Benny -. A volte è dura perché ci tengo ad andare bene a scuola”. Ha un fratello di dieci anni che “gioca a calcio”, ma è ancora piccolo “e forse un domani nuoterà guardando me”.

Il suo idolo è “Adam Peaty. L’ho conosciuto al Sette Colli e adesso ci diciamo buongiorno”. Una favola solo all’inizio, perché dopo le lacrime e i sorrisi la piccola-grande Benedetta sogna che il meglio debba ancora venire.

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