Sanchez bocciato, in Spagna ritorno alle urne più vicino

Sanchez in Parlamento
Il premier Pedro Sanchez in Parlamento

ROMA. – La Spagna sembra avviarsi inesorabilmente verso nuove elezioni politiche, per la quarta volta in cinque anni. Il leader socialista, Pedro Sanchez, ha infatti subito oggi la seconda sconfitta consecutiva al Palacios de las Cortes di Madrid: la sua richiesta di fiducia per la formazione del governo ha ottenuto solo 124 voti a favore, mentre i contrari sono stati 156. Gli astenuti 66, tra i quali i parlamentari di Podemos, come annunciato poco prima del voto.

A favore di Sanchez hanno votato tutti i deputati del Psoe più il rappresentante del Prc, José María Mazón. Hanno invece votato no tra gli altri i rappresentanti dei popolari, di Ciudadanos e di Vox.

Dopo la sconfitta di martedì scorso, quando alla prima votazione era necessaria la maggioranza assoluta di 176 voti su 350, oggi era necessaria solo la maggioranza semplice affinché Sanchez ottenesse luce verde per formare l’esecutivo che invoca dopo aver vinto le elezioni lo scorso 28 aprile, in cui non ha però ottenuto i numeri sufficienti per governare da solo.

I voti che ha ricevuto oggi sono gli stessi di martedì e quindi, nulla da fare.  “Devo dire che, tra i partiti della sinistra, la nascita di un governo doveva essere garantita sin dal primo giorno”, ha detto Sanchez dopo la sconfitta, aggiungendo amaramente che, invece, “l’accordo non è stato possibile e purtroppo l’opportunità storica sta scivolando via”.

Il primo possibile governo di coalizione nella storia democratica della Spagna sarebbe infatti una novità assoluta,  ma i tentativi di Sanchez di raggiungere un accordo con il partito Podemos guidato da Pablo Iglesias facendo appello all’unità dei valori di sinistra che fanno di una coalizione fra i due partiti un percorso naturale sono finora falliti.

Iglesias chiede per il suo partito ministri di peso nell’esecutivo, mentre Sanchez afferma di aver messo sul tavolo diverse opzioni, ma tutte sono state rifiutate.

I due partiti avevano concordato di assegnare a Podemos l’incarico di vice primo ministro incaricato delle questioni sociali e del ministero della salute. “Aspiro ad avere un governo, ma non a tutti i costi”, ha commentato Sanchez.

Carmen Calvo, che ha guidato i negoziati per il partito socialista, ha affermato che le richieste di Podemos di incarichi governativi erano “irrealistiche”, ha accusato il partito di estrema sinistra di volere “un governo parallelo” per conto proprio.

I due leader hanno ora tempo fino al 23 settembre per superare l’impasse, altrimenti il Paese dovrà affrontare nuove elezioni, per la seconda volta in sette mesi, poiché i partiti di destra non possono formare a loro volta una maggioranza. La nuova consultazione potrebbe svolgersi a novembre.

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