Calo tasse, proposte solo a settembre. Spunta piano casa

La manovra fiscale di Conte sará esposta a settembre
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte presentará la manovra per il taglio delle tasse a settempre. (ANSA)

ROMA. – Il piano del governo per il taglio delle tasse non sarà pronto prima di settembre. Nonostante i tentativi di accelerazione e gli annunci di anticipo della manovra, solo dopo l’estate l’esecutivo presenterà alle parti sociali delle “proposte concrete”, che siano di rimodulazione dell’Irpef, di introduzione della flat tax o di riduzione del cuneo fiscale.

Tutte ipotesi da far confluire in manovra e che potranno essere accompagnate anche da un nuovo “piano casa” e, forse, anche da un ”piano Green” di revisione dei sussidi dannosi per l’ambiente.

Il succo del primo round di incontri “di ascolto”, voluti dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non va molto oltre: ai sindacati prima, e alle imprese poi, né il premier né il ministro dell’Economia Giovanni Tria presentano numeri ma solo dichiarazioni di intenti.

La manovra sarà “espansiva e condivisa” fa sapere Conte spiegando la ratio della tre giorni di approfondimenti iniziata con il capitolo fisco, che proseguirà poi fino a inizio agosto con un focus sul piano per il Sud e su lavoro e welfare. Il vicepremier Luigi Di Maio, al tavolo insieme a una pattuglia di ministri M5S – mentre per la Lega è presente solo il titolare dell’Agricoltura, Gianmarco Centinaio – introduce alcune novità, a partire dall’idea di un piano casa per sistemare 600mila alloggi da destinare alle giovani coppie, lanciata peraltro anche da Matteo Salvini.

Il leader M5S porta a Palazzo Chigi anche il progetto di ridurre il cuneo fiscale, alleggerendo i conti delle imprese per 4 miliardi ma non entra, almeno davanti ai sindacati, nel dettaglio. Si starebbe studiando, come fa sapere il Movimento, un esonero dal contributo dell’1,6% che oggi le imprese versano per finanziare la Naspi, a fronte di assunzioni a tempo indeterminato.

Ma non è chiaro se il “buco” di risorse per gli ammortizzatori social sarebbe coperto dalle casse pubbliche.

La proposta peraltro viene subito bocciata dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, perché “è poco” sul fronte delle risorse, ma anche perché non si può pensare di introdurre un taglio del cuneo per compensare i costi aggiuntivi per le aziende del salario minimo. Un eventuale riduzione del costo del lavoro, dice ancora il leader degli industriali, va legato “ai grandi contratti”. Niente scambi con il salario minimo.

Neanche i sindacati vedono di buon occhio questa opzione, perché centrata sulle imprese mentre “il taglio del cuneo debe rendere più pesanti le buste paga dei lavoratori”. E su salari e pensioni, secondo Cgil, Cisl e Uil, si deve concentrare anche la riforma fiscale.

Bene l’avvio del confronto ma “quello che conta è quello che verrà deciso”, sintetizza Maurizio Landini, sottolineando, a chi gli chiede del Viminale, che “per noi il governo è uno” e la sede del confronto “è Palazzo Chigi”.

Esecutivo e sindacati, filtra poi dal M5S, hanno anche “condiviso il principio della progressività della tassazione” che più difficilmente si potrebbe perseguire mettendo in campo la flat tax voluta dalla Lega.

Il nodo, poi, resta sempre quello delle risorse. Tria al tavolo si sarebbe limitato a dire che i fondi per il taglio delle tasse dipenderanno dalle scelte complessive che si faranno, considerando che il primo obiettivo della prossima manovra sarà quello di bloccare gli aumenti dell’Iva, chiesti a gran voce, tra gli altri, da artigiani e commercianti.

Il ministro, in tv, ha però rassicurato sul destino degli 80 euro all’interno della riforma fiscale: “Non ci sarà una perdita” per i beneficiari, “potranno essere coinvolti, ma saranno coperti”. In sostanza il bonus cambierà “nome. Ma magari – si spinge a dire Tria – anziché 80 diventeranno 90 euro”.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

Lascia un commento