Nuoto: Pellegrini oro maturo, e anche Phelps la incorona

Federica Pellegrini esulta alla fine della gara (Fanpage)

ROMA.  – L’oro le ha tolto il sonno e reso pesanti le gambe, ma non è mai stato così leggero. E così straordinario da far saltare in piedi anche “mister nuoto”, Michael Phelps, il collezionista seriale di medaglie, che si è unito al coro senza frontiere di complimenti per quei 200 metri di stile puro. Federica Pellegrini, consapevole di aver compiuto la grande impresa nell’acqua di Gwangju, l’ennesima della sua carriera senza fine, si rilassa al punto che il ritorno in vasca per le batterie dei 100 si chiude subito con il 22/o posto e poco rammarico.

Conta poco stavolta, perché sono quei 200 stellari nuotati a quasi 31 anni da numero uno a farla sentiré ora libera davvero. “Voglio sentirmi così per il resto della mia vita” scrive kikkafede, inondata in poco tempo da una cascata di cuori.

Il mondiale coreano sancisce un’altra svolta, perché adesso anche la corsa olimpica spaventa meno: a Tokyo Federica ci arriva ancora da numero uno, quando di anni ne avrà 32, poi però si volterà pagina.

“Le motivazioni per restare sempre in alto le trovi dentro di te ponendoti degli obiettivi che sicuramente cambiano nel corso degli anni – racconta l’azzurra -. Il prossimo è cercare di avere una famiglia, bella come quella che ho, tra un paio di anni, ma il più imminente è tornare a casa dalla mia Vanessa (la bulldog ndr)”.

Unica, fenomenale, terminator: il mondo social la inonda di complimenti. Del resto questo oro ha qualcosa di davvero speciale.

“E’ stata la finale più veloce della storia con un livello medio mai così alto – dice Pellegrini -. Non ci siamo posti obiettivi cronometrici per la prossima stagione. Quello che avevo è arrivato con un anno di anticipo. Questa medaglia la metto tra le mie prime. Non pensavo che sarei potuta arrivare a questi livelli. Avrò rivisto la mia gara 40 volte. Non mi era mai successo, ma mi sono proprio piaciuta. Alla premiazione eravamo tre generazioni a confronto. Io degli anni Ottanta, Sjoestrom dei Novanta e Titmus del 2000. Mi ha detto che quando partecipavo alle Olimpiadi di Atene aveva tre anni”.

Del resto Federica è l’atleta capace di attraversare il tempo. “La chiave di tutto penso sia che mi piace ciò che faccio – continua -. Nelle ultime stagioni sicuramente ho nuotato più per me che per gli altri e quest’anno avevo deciso di nuotare bene i 200. Non di andare al mondiale a fare il bagno. In allenamento sono andata sempre bene e abbiamo intensificato la palestra”.

Il pensiero va anche a Matteo Giunta, più di un coach, e demiurgo di questa ennesima fioritura agonistica. “Sono felice per Matteo. Tantissimi erano scettici – sottolinea Pellegrini -. Invece credo che Alberto (Castagnetti, ndr) l’avrebbe definito un allenatore intelligente. Uno di quelli che sa adeguarsi alle caratteristiche degli atleti. Siamo cresciuti tanto insieme ed effettivamente, con la squadra che sta andando così bene, mi avrebbe fatto strano tornare a casa senza medaglia. Il prossimo anno disputerò meno meeting – conclude – Sarà una stagione piena di pressioni. Adesso mi godo questo momento. Sono felice di aver chiuso in questo modo il cerchio dei mondiali”. Adesso che nuota per sé l’oro non pesa più.

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