Lega: settimana cruciale per inchiesta Russiagate

Gianluca Savoini( primo a sinistra) , il ministro dell'Interno Matteo Salvini (al centro a sinistra) durante l'incontro con il ministro dell'Interno russo Vladimir Kolokoltsev e alcuni membri del Consiglio di sicurezza russo a Mosca, in una immagine tratta dal suo profilo Twitter.
Gianluca Savoini( primo a sinistra) , il ministro dell'Interno Matteo Salvini (al centro a sinistra) durante l'incontro con il ministro dell'Interno russo Vladimir Kolokoltsev e alcuni membri del Consiglio di sicurezza russo a Mosca, in una immagine tratta dal suo profilo Twitter. TWITTER MATTEO SALVINI

MILANO. – Potrebbe essere cruciale la settimana entrante per l’inchiesta dei pm di Milano impegnati a districare la matassa del presunto Russiagate incentrato sulla figura di Gianluca Savoini, leghista e presidente dell’ associazione LombardiaRussia e che vede come attori anche l’avvocato d’affari Gianluca Meranda e l’ex bancario Francesco Vannucci.

Erano tutti e tre, con altrettanti russi, il 18 ottobre scorso nel sontuoso hotel Metropol di Mosca all’incontro in cui si sarebbe discusso di una fornitura di petrolio che avrebbe portato fondi alla Lega come documentato in un audio pubblicato da sito americano BuzzFeed.

Un’inchiesta che è finita inevitabilmente con il diventare di respiro internazionale, tanto che i magistrati milanesi stanno valutando quali rogatorie trasmettere in Russia e in Inghilterra, dal momento che l’affare avrebbe avuto come garante una banca inglese che, però, ha già smentito la circostanza, precisando che con l’avvocato Meranda non ha rapporti da alcuni anni.

Meranda e ancor prima Savoini hanno preferito non rispondere durante gli interrogatori (il presidente di Lombardia-Russia ha detto che lo farà a indagini concluse) e in settimana potrebbe essere convocato Vannucci, l’ultimo dei tre a essere stato iscritto nel Registro degli indagati.

Altro fronte è l’acquisizione di documenti, compresi quelli pubblicati da ‘l’Espresso’ secondo il quale la trattativa non si sarebbe arenata il 18 ottobre ma sarebbe proseguita fino a febbraio. Farebbe fede una nota interna della società di Stato russa Gazprom e la risposta a Savoini dalla banca londinese Euro-Ib che sarebbe stata rappresentata al tavolo del Metropol da Meranda, il quale avrebbe citato l’Eni come compratore finale (circostanza smentita dal Cane a sei zampe). Disconosciuta dai responsabili anche la lettera della banca inglese.

“Vedo pubblicare lettere con la carta intestata di Euro-IB non firmate da me e di cui la banca era totalmente all’oscuro”, ha spiegato Glauco Verdoia, manager di Euro-IB. Faro dei pm anche su una cena che si sarebbe tenuta la sera prima dell’ incontro e alla quale avrebbero partecipato, tra gli altri, Savoini e anche il vicepremier e ministro degli Interni, Matteo Salvini.

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