Italia-Germania, meccanismo distribuzione dei profughi

Migranti salvati dalla Akex.
Migranti salvati dalla Akex. (foto tratta dal profilo twitter)

BRUXELLES. – La doppia azione dei ministri di Italia e Malta, Enzo Moavero e Carmelo Abela, col sostegno della Germania, ha riportato la discussione sulla gestione dei flussi migratori al tavolo del Consiglio Esteri per affrontare i nodi irrisolti, e tornare ad insistere sulla necessità di dare una risposta organica – e non caso per caso – alla distribuzione dei profughi soccorsi in mare.

Un’iniziativa che ha ripreso forza alla luce degli ultimi casi delle navi delle ong rimaste per giorni in attesa di un porto sicuro in cui sbarcare.

Uscendo dalla riunione Moavero ha descritto la discussione come “positiva”, con “unanimi apprezzamenti” per la proposta italo-maltese, e “un’ampia convergenza” dei Paesi “sull’opportunità di un approccio strutturato”.

Ad imprimere il senso dell’urgenza è stata anche la spinta del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, che ha sollecitato a porre fine ai “mercanteggiamenti” sulla pelle dei migranti salvati nel Mediterraneo centrale, impegnando la Germania ad accoglierne stabilmente “una quota” nel quadro di “un mecanismo vincolante” e nell’ambito di “una coalizione di Stati volenterosi”.

Un pressing complementare a quello italiano, come sottolineato al termine di una bilaterale tra Moavero ed il responsabile tedesco per gli Affari europei Michael Roth.

Intanto l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha rivolto un appello alle cancellerie a stanziare nuovi fondi, mettendo in guardia rispetto al “rischio di un buco nel Fondo fiduciario per l’Africa” a sostegno dei progetti in atto con i Paesi di origine e transito, in cooperazione con l’Oim e l’Unhcr.

In chiaro-scuro, sullo sfondo del dibattito, anche le grandi manovre alla vigilia del voto al Parlamento europeo della candidata alla presidenza della Commissione Ursula von der Leyen, che nelle sue lettere ai gruppi politici ha ribadito la volontà di rilanciare la discussione sulla riforma del regolamento di Dublino, e di lavorare ad un Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo.

Non sono mancate però voci dissonanti, come quella del ministro austriaco Alexander Schallenberg: “quando si parla di corridoi umanitari, meccanismi di ricollocamento e una coalizioni di volenterosi, occorre stare attenti che la discussione non torni indietro di tre anni”.

Ancora più tranchant l’omologo ungherese Peter Szijjarto: “ci ritroviamo a combattere la stessa battaglia del 2015, tra quelli che voglio fermare la migrazione e quelli che la vogliono organizzare. Dobbiamo decidere, o si sta dalla parte del ministro dell’Interno italiano o da quella dei trafficanti”.

Ma ora la discussione per individuare le soluzioni operative veramente efficaci passa nelle mani dei ministri degli Interni, che si vedranno a Helsinki, in un incontro informale, già da mercoledì sera.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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