Lega: Procura di Milano valuta rogatoria in Russia su flussi denaro

Gianluca Savoini( primo a sinistra) , il ministro dell'Interno Matteo Salvini (al centro a sinistra) durante l'incontro con il ministro dell'Interno russo Vladimir Kolokoltsev e alcuni membri del Consiglio di sicurezza russo a Mosca, in una immagine tratta dal suo profilo Twitter.
Gianluca Savoini( primo a sinistra) , il ministro dell'Interno Matteo Salvini (al centro a sinistra) durante l'incontro con il ministro dell'Interno russo Vladimir Kolokoltsev e alcuni membri del Consiglio di sicurezza russo a Mosca, in una immagine tratta dal suo profilo Twitter. TWITTER MATTEO SALVINI

MILANO. – La Procura di Milano sta valutando di avviare una rogatoria in Russia per seguire eventuali flussi di denaro nell’ambito dell’indagine per corruzione internazionale nata in seguito a una registrazione audio, acquisita agli atti, nella quale si fa riferimento ad una presunta trattativa con alcuni russi per far arrivare fino a 65 milioni di dollari alla Lega con un affare sul petrolio. Inchiesta nella quale è indagato Gianluca Savoini, il leghista presidente dell’associazione LombardiaRussia.

Da quanto si è saputo, i pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, coordinati dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, stanno vagliando una richiesta di assistenza internazionale da inoltrare a Mosca per capire se ci sia stato stato davvero un trasferimento di sospetti fondi neri in seguito alla compravendita ‘con sconto’ di petrolio. Una richiesta che punta, qualora venisse trasmessa, a trovare riscontro alla ‘radiocronaca’ dell’ormai noto incontro all’hotel Metropol di Mosca tra Savoini, tale Luca (un avvocato) e Francesco detto il “nonno” – due italiani in corso di identificazione – e tre russi, uno dei quali dovrebbe essere un interprete.

In quella riunione, come si evince dall’audio, lo scorso ottobre si sarebbe cercato un accordo sulle percentuali di sconto, in modo tale che una parte, il 4%, si trasformasse, questa è l’ipotesi, in una ‘retrocessione’ per il movimento e il resto, almeno il 2%, andasse sotto forma di ‘stecca’ a funzionari russi.

Secondo la registrazione (base di partenza dell’indagine e che i pm hanno acquisito prima che venisse pubblicato su BuzzFeed e dopo alcuni articoli de ‘l’Espresso’ sul caso dello scorso febbraio), una parte del prezzo della compravendita di petrolio tra una società italiana che doveva comprare (nella registrazione si parla dell’Eni, che ha smentito) e una società russa che vendeva, sarebbe dovuta arrivare alla Lega per finanziare la “campagna elettorale”.

Inoltre, uno degli italiani spiegava anche che sarebbe stato necessario “coinvolgere” le banche per le transazioni e citava “Banca Intesa Russia”. Su questo punto il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro ha affermato che “non c’è alcuna evidenza di un coinvolgimento del gruppo”.

Intanto, si è tenuto un vertice tra gli inquirenti e gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza che conduce l’indagine anche in vista della futura attività istruttoria. Già per la prossima settimana sono previste audizioni e non è esclusa l’acquisizione di documentazione.

Infine, Claudia Eccher, legale del vice premier e della Lega, riferendosi al caso, ha affermato che “Matteo Salvini e il movimento che rappresenta verranno tutelati in tutte le sedi”. E quindi si può pensare, in relazione al procedimento penale milanese, o ad una eventuale costituzione di parte civile, qualora ci dovesse essere un processo in cui la Lega o il suo leader risultino parti offese, oppure a una richiesta di danni in sede civile.

(di Francesca Brunati e Igor Greganti/ANSA)

Lascia un commento