Monito dell’Onu: “Rispettare la dignità umana dei migranti”

La foto shock, padre e figlia annegati sulla riva del Rio Grande al confine tra Messico e Texas.
La foto shock, padre e figlia annegati sulla riva del Rio Grande al confine tra Messico e Texas. (ANSA)

WASHINGTON. – Non abdicare mai al rispetto dei diritti umani e della dignità umana. Il giorno dopo lo shock per la foto di padre e foglia annegati nel Rio Grande mentre cercavano di entrare negli Stati Uniti, è l’Onu a lanciare una appello. Anzi, un monito, indirizzato a tutti “i Paesi di destinazione, di transito e di origine dei flussi migratori”, che hanno il dovere di gestire il fenomeno sulla base di valori e principi universalmente riconosciuti dalla comunità internazionale. Messaggio quanto mai attuale in queste ore anche in Europa, dove la crisi della Sea Watch al largo di Lampedusa sta tenendo tutti col fiato sospeso.

“Come padre e come nonno” il segretario generale della Nazioni Unite, Antonio Guterres, si dice “profondamente afflitto” dalle immagini terribili di Oscar e della sua piccola Valeria. Uno scatto che – come quello ormai tristemente noto del piccolo Aylan – simboleggia “la disperazione e i pericoli affrontati da tanti individui e tante famiglie nella ricerca di una vita migliore”, denuncia il portavoce del Palazzo di Vetro Stephane Dujarric.

Intanto, con le lacrime agli occhi e un dolore senza fine nel cuore, rompe il silenzio Rosa Ramirez, madre del 25nne salvadoregno Oscar Alberto Martinez e nonna di Angie Valeria, le due vittime del Rio Grande. “Ho pianto molto quando ci siamo salutati perché sentivo che quella sarebbe stata l’ultima volta che li abbracciavo”. “Almeno sono morti abbracciati”, aggiunge la donna disperata, spiegando come il figlio avesse deciso tentare la fortuna in America per dare un futuro migliore alla sua famiglia. Lavorava in una pizzeria – racconta – e sua moglie faceva la cassiera in un fast-food: “Vivevamo insieme nella piccola abitazione alla periferia di San Salvador e mio figlio sognava di comprare una nuova casa”.

A Washington nel frattempo anche in assenza del presidente Donald Trump, volato al G20 in Giappone, prosegue lo scontro politico sulla sicurezza dei confini, soprattutto in Congresso, dove è in corso una vera e propria battaglia tra repubblicani e democratici sulla legge che dovrebbe stanziare risorse per affrontare la crisi alla frontiera col Messico. Frontiera in cui sempre più grave appare la situazione nei campi governativi in cui vengono trattenuti i bimbi immigrati separati dalle loro famiglie.

A rendere ancor più tesa la situazione il gesto clamoroso dei funzionari che si occupano delle richieste di asilo negli Stati Uniti, scesi in campo contro le politiche della Casa Bianca. Una vera e propria rivolta: si chiede infatti alla corte d’appello di fermare l’iniziativa attraverso cui l’amministrazione Trump vuole costringere i migranti a restare in Messico mentre attendono l’esito della loro domanda di asilo negli Usa. Gran parte dei funzionari valutano tale policy, conosciuta con il nome di ‘Remain in Mexico’, come “contraria alla morale del Paese e agli obblighi legali nazionali e internazionali”.

Lascia un commento