Sconcerto M5s per lo strappo di Di Battista sui due mandati

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista in una foto tratta da Facebook.
Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista in una foto tratta da Facebook.

ROMA. – Sembrava un gesto di pace indirizzato al capo politico M5s, ma la proposta di Alessandro Di Battista di ripensare il principio del tetto dei due mandati per gli eletti del M5s, alla fine ha prodotto solo un effetto boomerang: ha spiazzato Luigi Di Maio, alle prese con la delicata riorganizzazione del Movimento, e i parlamentari al primo mandato che in questa legislatura presidiano le Camere.

La questione “non è all’ordine del giorno” taglia corto lo staff pentastellato ed anche un esponente del governo si dice stupefatto dalla sortita dell’ex parlamentare: “Non ne sapevamo nulla. Credo che Luigi e Alessandro si parleranno ma è chiaro che la questione può essere letta in diversi modi” dice.

Se infatti la proposta di lanciata dal “frontman” a 5 Stelle di rivedere uno dei principi cardine del M5s può essere stata avanzata da Di Battista per rassicurare sulla sua intenzione di voler correre alle prossime elezioni ma non per rimpiazzare il capo politico attuale, dall’altra è stata valutata un azzardo. Una intromissione arrivata in spregio al principio di condivisione delle scelte sulla riorganizzazione che Di Maio sta portando avanti con grandissima cautela.

“A che titolo parla Di Battista? Non è un parlamentare e non ha un ruolo nell’organizzazione del partito. Cosa gli salta in testa?”, si lamenta un deputato al primo mandato che sembra interpretare chiaramente il malumore e le incertezze dei nuovi eletti, catapultati in un Parlamento in cui hanno sempre meno margini di movimento, costretti in un ruolo di sostegno all’azione di governo con una forza avversaria, in cui i ruoli apicali sono stati decisi dal capo politico ad inizio legislatura, e per ben 18 mesi e senza alcuna votazione.

In poche parole, se davvero si tornasse al voto con i “vecchi” eletti ancora in corsa e con la prospettiva di un drastico calo dei parlamentari eletti con il Movimento, le prospettive per una crescita politica e di responsabilità degli attuali parlamentari ora al primo mandato sarebbero molto basse.

“Personalmente, io penso che la cosa migliore sia rimanere ancorati alla regola dei due mandati, però se i nostri iscritti della piattaforma Rousseau dovessero decidere il contrario, io sarò a disposizione” dichiara il senatore Nicola Morra, uno di parlamentari già al secondo mandato che non sembra escludere la possibilità di interrogare la base degli iscritti per decidere sul da farsi.

Di certo si sa che sulla questione c’è la netta contrarietà di Davide Casaleggio, l’erede del fondatore del Movimento ed animatore della piattaforma Rousseau. Proprio questo sabato Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista si incontreranno su un palco a Catania dove il primo intervisterà il secondo per chiudere la giornata di lavoro del Rousseau City Lab. E chissà se proprio quella non sarà l’occasione per un chiarimento definitivo sulla questione, ormai annosa, della deroga al principio del tetto ai due mandati.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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