Cagliari al centrodestra, gli sconfitti chiedono il riconteggio

Il nuovo sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu (Fdi)
Il nuovo sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu (Fdi), 17 giugno 2019. ANSA/ ROBERTO MURGIA

CAGLIARI. – Il centrodestra conquista Cagliari dopo 8 anni: finisce l’era Zedda e comincia quella di Paolo Truzzu, 46 anni, attuale consigliere regionale di Fdi, incarico che dovrà lasciare per vestire la fascia tricolore. Un vero exploit per il suo partito, che con l’11,6% diventa il primo del centrodestra nel capoluogo e secondo in assoluto dopo il Pd (16,3). Un risultato che fa esultare la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “E’ un trionfo”.

Una manciata di preferenze, 1.582, divide Truzzu dalla candidata sconfitta, l’assessora uscente all’Urbanistica Francesco Ghirra, braccio destro di Zedda nella precedente legislatura. E così il centrosinistra chiede adesso il riconteggio. “Considerate le 1.300 schede nulle e le oltre venti contestate, ci sono solo 80 voti che ci separano dal ballottaggio”, chiarisce Ghirra, che alla fine si fermerà al 47,7%, invitando il vincitore alla prudenza. “Ma quale prudenza – replica Truzzu – il sito del Comune scrive che ho raggiunto il 50,12%, nel 2016 Massimo Zedda vinse al primo turno col 50,01 e nessuno si pose problemi”.

Comunque vada, la performance complessiva del centrosinistra in questa tornata amministrativa è stata deludente. Lo ammette lo stesso segretario nazionale del Pd. “Sono risultati purtroppo non incoraggianti su cui dobbiamo riflettere”, commenta Nicola Zingaretti. “Il clima non era l’ideale – spiega Ghirra – Un vento di centrodestra sta soffiando non solo in Sardegna”. Sull’esito del voto ha pesato il forte astensionismo: solo un elettore su due è andato alle urne a Cagliari, e nessuno dei tre contendenti – in corsa c’era anche l’indipendente Angelo Cremone (2,1%) – è riuscito ad intercettare i sostenitori dei 5 stelle, movimento assente nella sfida del capoluogo e rimasto a bocca asciutta anche in tutti gli altri 27 Comuni coinvolti da questa tornata amministrativa. Uno zero nel pallottoliere pentastellato della Sardegna che fa dire a Berlusconi: “La loro stagione politica può dirsi conclusa”.

La Lega a Cagliari non ha sfondato: resta un miraggio quel 22,7% conquistato alle Europee. Nel capoluogo si deve accontentare solo del 5,4%, con uno scarto di due punti sopra Fi (5,2%). “Ma partivano da zero”, precisa il coordinatore regionale del Carroccio Eugenio Zoffili, pronto però ad applaudire il primo sindaco leghista nella storia della Sardegna: è Tittino Cau di Illorai, in provincia di Sassari. L’asse Lega-Psd’Az al governo della Regione, che su questo voto amministrativo ha misurato i suoi consensi dopo la vittoria del 24 febbraio scorso, ha comunque trainato il buon risultato dei sardisti a Cagliari: salgono al 9,6%, due punti in più rispetto al 2016, quando però il partito era alleato con il centrosinistra.

Non solo Cagliari. La coalizione di centrosinistra perde anche Alghero con l’uscente Mario Bruno (31,9%). Il Comune va subito al primo turno al sardista Mario Conoci (53,1%), sostenuto da otto liste del centrodestra, compresa la Lega. Tra le grandi città, sopra i 15mila abitanti, il centrosinistra festeggia solo a Sinnai, area metropolitana di Cagliari: Tarcisio Anedda, del Pd, diventa sindaco con il 50,3%. Tutto da rifare invece a Sassari e Monserrato, dove si andrà al ballottaggio domenica 30 giugno.

A Sassari il centrosinistra è avanti con il magistrato prossimo alla pensione, Mariano Brianda (34%). Se la dovrà vedere con l’ex sindaco ed ex deputato Nanni Campus (30,5), indipendente di area centrodestra. Solo terza la coalizione compatta di centrodestra (16,3%), quarto il M5s (14,4%). A Monserrato, invece, è in testa il sindaco uscente Tomaso Locci (48,8%), area centrodestra sostenuto da tre civiche. La sfidante è Valentina Picciau (23,6%), esponente del Pd con l’appoggio di due civiche.

(di Roberta Celot/ANSA)

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