CARACAS – La Ferrari é riuscita a pizzare due piloti sul podio del Gran Premio del Canadà, settima tappa del mondiale di Formula Uno. La prova era stata vinta da Sebastián Vettel, ma il tedesco della rossa di Maranello é stato penalizzato di cinque secondi che lo hanno fatto scivolare dietro a Lewis Hamilton. Il pilota della Ferrari era stato autore di una gara maiuscola dopo la pole position di sabato, riuscendo a tenersi dietro per tutta la gara il campione del mondo in carica. Charles Leclerc ha portato a casa il secondo podio della carriera salendo sul terzo gradino come in Bahrain. Ma la penalizzazione ha mandato su tutte le furie i tifosi della rossa di Maranello non solo sulla pista (dove hanno fischiato Hamilton) ma anche qui in Venezuela.
Iniziando con Sergio Romano: “Era tanto tempo che non vedevo un’ingiustizia del genere. Vettel ha commesso un piccolo errore, ma la vittoria la meritava tutta. E Hamilton non ha bisogno di favori. Brutta giornata per la Formula Uno nel Gran Premio del Canada. Ricordo un gesto simile qualche anno fa da parte di Hamilton senza conseguenza”.
Dal canto suo, Francesco Campana ci dice: “Parliamoci chiaro, Hamilton ha messo sotto pressione Vettel e lui ha sbagliato. Ognuno porta l’acqua al proprio mulino e lo stesso sarebbe successo a ruoli invertiti. Ma mi pongo una domanda: se fosse stato all’inverso? Ci sarebbe stata penalità?”
Il momento chiave del Gran Premio del Canada è avvenuto al 48° giro quando Sebastian ha perso il controllo del posteriore della sua Ferrari alla curva 3 rientrando in curva 4 dopo essere finito sull’erba ma mantenendo la prima posizione. I giudici di gara tuttavia hanno deciso che con quella manovra Sebastian aveva lasciato la pista, traendo vantaggio e portando fuori strada Hamilton e gli hanno inflitto una penalizzazione di cinque secondi da aggiungere al tempo di gara. Sebastian ha attraversato per primo il traguardo davanti a Hamilton e a Leclerc ma la penalità ha ribaltato l’ordine dei primi due piloti sul podio.
Carmelo Moscaritolo dice la sua nel seguente modo: “Ma io mi chiedo. Questi commissari, in ‘giacca e cravatta’ che decidono le penalizzazioni, hanno mai corso in Formula Uno? Le decisioni che prendono, sono dettate da anni di esperienza da piloti o da burocrati dei monitor da stanza dei bottoni? Poi l’altra cosa che mi fa infuriare é che Hamilton prima li fa penalizzare e poi dice di rispettare gli avversari. Almeno abbi il coraggio di dire la verità ed essere coerente. Vettel ha perso la gara ma ha guadagnato una cosa che non tutti hanno, la dignità! Grande Seb!”
Ivano Russo ci da il suo parere così: “Vettel è sempre stato un pilota poco incline ai colpi di teatro, uno con la testa sulle spalle, serietà, mai una parola fuori posto, niente social, fin troppo emotivo. Ma domenica si è preso la scena in una Formula Uno che ha perso l’anima a causa degli interessi economici, e lo ha fatto alla grande”.
Ma nello sport ci sono le regole, e la Race Direction ha punito il pilota della Rossa che è andato lungo nell’erba rientrando in pista, impedendo così secondo i giudici il sorpasso di Hamilton all’interno. Scovando negli almanacchi della Formula Uno, nel 2016, abbiamo trovato una manovra identica – ma proprio identica – dello stesso Lewis, al Gran Premio di Montecarlo, sull’italo-australiano Daniel Ricciardo, che lo stava superando, non era stata neanche messa sotto osservazione, tanto da rendere ancora più assurda la decisione presa in Canada.
Questa situazione la ricorda Antonietta Palumbo: “Nel 2016, Hamilton ha fatto la stessa manovra ma nessuna penalità. Oggi 5 secondi per Vettel. La F1 non ha più senso di essere seguita se la Mercedes prende le decisioni al posto della FIA. Poi mi fa ridere Wolff quando dice anche noi siamo stati penalizzati, nel 2008. Ma per favore! Non ci prendete in giro!”
Anche Luigi Vitale ricorda l’episodio di Montecarlo del 2016: “Quello che abbiamo visto questo fine settimana é lo stesso del 2016. Ma in quelle circostanze Hamilton non è stato penalizzato, invece in Canada, Vettel è stato penalizzato. Non c’è lo stesso parametro di misura delle regole. È un’ingiustizia!”
Restano due osservazioni. La prima, è che vista e rivista al replay la manovra di Vettel, pare evidente che il pilota della Rossa non avrebbe potuto fare nient’altro di quello che ha fatto rientrando in pista dopo una sbandata sul prato. La seconda, è che lo stesso Hamilton ha ammesso alla fine della gara che non sarebbe mai riuscito a sorpassare la Ferrari: “l’unico momento dove forse avrei potuto è stato quello in cui mi ha chiuso”. Certo, la vittoria a questo Gran Premio non avrebbe cambiato il corso della stagione. Lo sappiamo benissimo.
Filippo Cantelmo, appassionato di motori, ci dice: “Mai messo in discussione il talento di questo pilota nonostante le polemiche ultimamente si sprechino! In Canada, Vettel ha vinto poi se per vincere anche il Gran Premio la federazione si deve inventare penalità che non stanno né in cielo né in terra dimostrano che lo sport perde sempre”.
Dal canto suo, Giuseppe Schirillo parla della situazione nel seguente modo: “Hamilton può rallentare tutti con la safety car davanti e può uscire dalla pit lane a suo piacimento senza rischiare la penalità mentre Vettel fa un un errore e rischia la galera? La cosa più bella del GP é stata prima quando il tedesco non porta la macchina nel parco chiuso poi va ed inverte i cartelli con il numero 1 ed il 2 portando il 2 davanti alla Mercedes di Hamilton è ufficialmente il mio spirito guida”.
Infine Luigi Capuano ci dice: “Hamilton, sempre, ci prende in giro, prima piange aprendosi nel team radio per la penalità. Poi dopo davanti a tutti fa la bella faccia dicendo a Vettel di salire sul podio. Vuole fare lo sportivo davanti a tutti. Io questa non me la bevo”.
Resta il fatto che il paragone con l’episodio del 2016 a Monte Carlo lascia aperti ulteriori punti interrogativi. In conclusione, è ingeneroso parlare di decisione in malafede volta a prescindere a proteggere Lewis Hamilton. Ma è anche vero che in casi dubbi come questi la cosa migliore sarebbe lasciar correre per non mortificare lo spettacolo e restare coerenti con il trend degli ultimi anni, sempre piuttosto permissivo nei casi di corpo a corpo tra piloti. È stato fatto tre anni fa a Monaco, sarebbe stato più corretto mantenere lo stesso metro di giudizio anche ieri.
(di Fioravante De Simone)