Ecco i Mondiali donne, Italia carica: “Finalmente in campo”

Calcio donne: Le azzurre festeggiano il gol.
Calcio donne: Polonia-Italia 1-1 nel pre-test Mondiale

ROMA. – La platea internazionale, i riflettori, gli sponsor che arrivano e l’audience che cresce. E ora la palla a centro campo per un mondiale di calcio che, declinato al femminile, mai come ora era apparso così attraente. Scatta Francia 2019, 24 nazionali e un palcoscenico da calcare per il titolo mondiale, ma anche per rivendicare diritti che di strada ne devono fare ancora tanta. E il tema della parità di genere palla al piede torna prepotentemente di attualità, perché anche una grandissima del calcio femminile come Hope Solo, portiere della nazionale Usa iridata, alla vigilia del torneo lancia il j’accuse dicendo che nella Fifa è ben connaturata “una forma profonda di sciovinismo maschile”.

E si parte subito dai soldi: 30 milioni di euro per il torneo rosa a 24, contro i 315 di Russia 2018, da dividere per 32 team. Un dato, a parziale consolazione, è che il montepremi è raddoppiato rispetto al 2015, quando la posta in palio era di 15 milioni. Ed è infatti il punto su cui fa leva la Fifa per difendersi. “Non c’è alcun tipo di giustificazione – ha rincalzato Solo – Questo significa solo che il maschilismo è ben radicato nella confederazione mondiale”.

L’ex portiere a stelle e strisce, che seguirà i mondiali come commentatrice della Bbc, ha portato avanti la sua battaglia per l’equal pay in America e invita a seguire quanto fatto dalla federcalcio australiana, che ha inoltrato protesta formale contro la Fifa per la “discriminazione” dei montepremi. “Il calcio femminile vive uno splendido momento – ha concluso Hope Solo – per i talenti che sbocciano e per le entrate commerciali: ma la Fifa resta maschilista”.

La Norvegia ha annullato il divario, formalizzando lo stesso compenso a uomini e donne del calcio. Ma si tratta di un caso quasi isolato: in Italia le calciatrici restano dilettanti, anche se la Figc ha creato nuove norme a maggior tutela dell’altra metà del pallone. “Vorrei che le donne venissero riconosciute come professioniste, e quindi pagate il giusto per gli sforzi e i sacrifici che fanno, che spesso sono maggiori di quegli degli uomini”, sottolinea una delle protagoniste della Nazionale, punto fermo della Juventus campione d’Italia: Barbara Bonansea.

Una cosa è certa: i numeri crescono e anche la popolarità. Alex Morgan, la capitana degli Stati Uniti grandi favoriti del torneo, si è guadagnata la copertina del Time proprio in vista del mondiale. E cresce l’interesse di sponsor e grandi aziende: come la Visa che per Francia 2019 ha investito la stessa cifra che per gli uomini. O la Nike che veste 14 delle 24 squadre (Usa compresi).

La prova del nove però adesso sarà sul campo: si parte con le padrone di casa che sfidano la Corea del Sud nel match inaugurale. E proprio le transalpine sono in testa nei consensi del pubblico, davanti anche agli Usa in corsa per il bis iridato.

Un torneo che vedrà l’Italia esordire domenica con l’Australia. ‘Siamo quello che sognavamo, siamo #ragazzemondiali’ lo slogan delle azzurre della ct Milena Bertolini: un’occasione per fare il salto di qualità e catturare pubblico e consensi. Elena Linari e Ilaria Mauro caricano la nazionale. “Non vediamo l’ora che si cominci – ha detto la Linari – perché è tanto che lo stiamo preparando e siamo pronte a scendere in campo”.

“Siamo concentratissime, cariche. Il calcio è gran parte della mia vita e portare questa maglia è un’emozione molto forte” le fa eco Mauro. Allo Stade du Hainaut’ di Valenciennes dopo vent’anni l’Italia ritrova il mondiale donne: un punto di partenza, non di arrivo. Un’occasione da non perdere anche per mostrare show in campo e affermare diritti.

 

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