Forum di San Pietroburgo, Italia punta a grandi intese

In una foto d'archivio il presidente Vladimir Putin all'inaugurazione del Forum di San Pietroburgo.
In una foto d'archivio il presidente Vladimir Putin all'inaugurazione del Forum di San Pietroburgo.

SAN PIETROBURGO. – Mentre sul Forum Economico di San Pietroburgo si sta per abbattere il ciclone Xi Jinping, forte della ridda di intese ‘pesanti’ firmate in pompa magna al Cremlino con Vladimir Putin, l’Italia degli affari punta a mantenere viva quella relazione speciale costruita con la Russia in decenni di rapporti. Così, se i due giganti euroasiatici si scambiano ‘fatali’ promesse, a suon d’investimenti miliardari, le imprese nostrane lavorano (a volte in sordina) per portare avanti il duro mestiere della cooperazione bilaterale al tempo delle sanzioni.

Il Forum di San Pietroburgo, con quel suo format particolare che mette insieme grande politica e grande economia (c’è chi lo chiama la Davos russa, anche se a ben vedere è molto di più), è d’altra parte il luogo principe per firmare contratti e poi diffondere i comunicati stampa. I bene informati raccontano che qualcosa bolle in pentola.

Mosca ha infatti varato un vasto programma di investimenti nazionali da qui al 2024 – l’anno in cui scade il quarto mandato di Putin – e soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture si aprono grandi spazi. C’è ad esempio l’autostrada Nizhny Novgorod-Kazan, oltre 700 chilometri da costruire ex novo, appalto in cui (si vocifera) l’Italia sia messa bene. Oppure le ferrovie. Pure qui ci sarebbero margini interessanti.

Ma non solo. Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo Energia, intervenendo alla tavola rotonda organizzata da Conoscere Eurasia dedicata “all’interazione industriale tra grandi e piccole imprese” si è lasciato scappare che Ansaldo siglerà un accordo con un partner russo per aprire una joint-venture al 50%. Per i dettagli però bisogna aspettare la firma ufficiale, attesa per domani.

Insomma, quest’anno non ci saranno forse titoloni da prima pagina ma intanto la nave va. Il mercato russo è vasto e al di là dei soliti noti, ovvero quelle aziende che partecipano al tradizionale summit Italia-Russia di apertura del Forum e che da sole rappresentano il 90% dell’interscambio (Snam, Leonardo, MaireTecnimont, solo per citarne alcune), molte Pmi nostrane, spesso ad alto contenuto innovativo, stanno iniziando ad entrare in Russia, anche localizzando la produzione.

“Le piccole e medie imprese hanno una agilità ben diversa dai grandi gruppi, sono meno influenzabili dai governi e dalle istituzioni, e in questi anni hanno dunque compiuto dei passi avanti”, commenta il presidente di Banca Intesa Russia Antonio Fallico. Che non lesina qualche critica. “Il mondo dell’impresa italiano – dice – deve avere sempre meno una logica da commercianti e sempre di più un approccio imprenditoriale”. Perché, appunto, il mondo rispetto ai tempi d’oro del rapporto Urss-Italia è cambiato. Ora corre, e giganti come la Cina pongono sfide cruciali.

(dell’inviato Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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