ROMA. – La commissione europea è pronta ad aprire una procedura contro l’Italia. La questione oramai non è più ‘se’ ma quando si formalizzerà il processo di messa in mora del Paese per il suo debito, ancora eccessivo. E, per paradosso, se il governo gialloverde dovesse cadere tutto potrebbe essere ‘congelato’, in attesa di un esecutivo in carica con pieni poteri per intavolare una trattativa sulla correzione dei conti.
A Bruxelles si guarda con attenzione agli sviluppi della situazione politica di Roma: di sicuro saranno state accolte con favore le parole del premier, Giuseppe Conte, che ha invitato ad abbassare toni e pretese i due alleati, ricordando che una procedura d’infrazione farebbe “molto male” al Paese.
Nelle stesse ore però uno dei due azionisti del governo, Matteo Salvini, ha invece puntato dritto contro l’austerity, chiedendo di avere minori vincoli di spesa finché la disoccupazione non sarà scesa al 5% e dicendosi pronto a proseguire a fianco del Movimento 5 Stelle se si sosterranno “revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà”. Lo spread, ha detto ancora il leader della Lega, si abbassa ricontrattando “i vincoli europei” e intervenendo “sul lavoro”.
Il differenziale con il bund tedesco, dopo una fiammata in apertura a 292 punti base, ha chiuso a 276, 11 punti in meno rispetto a venerdì. Sarà da vedere domani, dopo il discorso del premier, la reazione dei mercati, dove la tensione sembrava un po’ allentata, con Piazza Affari che si è mossa in linea con le altre Borse europee. A Bruxelles intanto la riunione settimanale dei capi di gabinetto, che prepara il collegio dei commissari di mercoledì, ha confermato la linea sull’Italia ormai nota da giorni.
La risposta del Governo alla lettera che chiedeva spiegazioni sul debito (sulla fuga delle bozze il ministro Giovanni Tria ha depositato, come annunciato, la sua querela e la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta) non ha convinto i commissari Dombrovskis e Moscovici, e il rapporto che pubblicheranno mercoledì concluderà che l’apertura di una procedura per debito eccessivo “è giustificata”. Stessa formula usata a novembre scorso.
E’, di fatto, l’avvio dell’iter che porterà all’apertura vera e propria della procedura, passo che può compiere soltanto l’Ecofin, approvando le conclusioni a cui è giunta la Commissione. Soltanto per l’Italia la Commissione raccomanderà la procedura. Per gli altri tre Paesi che avevano ricevuto lettere con richiesta di chiarimenti (Belgio, Francia e Cipro) Bruxelles si limiterà a prendere atto di deviazioni dagli impegni che non sono ampie come quella italiana.
L’umore tra i commissari, stavolta, non è molto propenso al negoziato. L’intenzione è di passare la palla al più presto all’Ecofin, probabilmente nella riunione di luglio, affinché siano i Governi ad assumersi la responsabilità di mettere l’Italia sotto procedura, oppure di rinviare e proseguire il dialogo che potrebbe passare attraverso la richiesta di una manovra bis da 3-5 miliardi.
(di Silvia Gasparetto/ANSA)