Caos M5s e Lega sul crinale della crisi. Ira Conte per Lettera all’Ue

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) con il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini (D) e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e vicepremier, Luigi Di Maio, in una immagine d'archivio.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) con il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini (D) e il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e vicepremier, Luigi Di Maio, in una immagine del 06 giugno 2018. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Giuseppe Conte trarrà lunedì le sue conclusioni. Dirà “agli italiani” se ritiene possibile andare avanti o no con il governo gialloverde, senza strappi o diktat quotidiani. Il premier prova a ricondurre le fibrillazioni degli ultimi giorni a “scorie elettorali”. E si prende in carico la gestione della lettera di risposta alla Commissione Ue: il rischio sarebbe innescare la crisi di governo e altre turbolenze sui mercati, ma anche indebolire la posizione italiana nella negoziazione con Bruxelles.

Conte sente Giovanni Tria e prova a governare il caos. Ma per il futuro non è detto che ci siano le condizioni per proseguire: lunedì il premier chiederà “chiarezza” ai suoi vice e alla maggioranza tutta. E valuterà. A Palazzo Chigi negano, ma chi sente Conte in serata lo descrive infuriato. Far trapelare una bozza a mercati aperti è una mossa a dir poco avventata.

Nessun contatto ci sarebbe stato tra il premier e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ma dal Colle, si ragiona in ambienti parlamentari, trapela molta preoccupazione per la vicenda. La risposta all’Ue diventa un nuovo, durissimo, terreno di scontro nella maggioranza (altro tema rovente è lo stop al codice degli appalti chiesto dalla Lega e inviso al M5s).

Il Movimento disconosce la bozza che dovrebbe essere inviata a Bruxelles. Luigi Di Maio accusa Matteo Salvini di aver concordato con Tria un testo indigeribile: per fare la flat tax non solo si assorbono gli 80 euro di Renzi, ma si taglia su reddito di cittadinanza e quota 100. Trapela la bozza e subito trapela il “no” del leader M5s, che invoca un vertice di governo. Salvini è ad Aversa in campagna elettorale e tace: ma quale vertice, dicono dalla Lega.

La bozza, secondo alcune fonti, era stata inviata ai partiti dei maggioranza e a tutte le sedi istituzionali competenti. Ma Tria la disconosce. Conte fa sapere di averla ricevuta solo alle 19. Non è quella che è trapelata, assicurano entrambi: la versione ufficiale si conoscerà solo dopo che il premier l’avrà “approvata”.

E’ indispensabile presentarsi con un’unica voce di governo all’Ue, se si vuole avere qualche chance di evitare (o più probabilmente limitare nell’importo) la richiesta di una manovra bis. E’ fondamentale non mostrare altre divisioni ai mercati già in forte agitazione. Così, è il messaggio ai partiti, si mette a rischio la tenuta dell’intero sistema.

Il responsabile della diffusione (nel governo si sospetta di staff ma anche di sottosegretari) si assumerà le sue responsabilità. Dietro quel testo, però, si era giocata una partita tutta politica. Di fronte allo strapotere salviniano, M5s intende ora far emergere con chiarezza che c’è la Lega dietro certe scelte del governo. Sarà la realtà di un’economia in affanno e della difficoltà a scardinare le regole Ue a fare il resto.

Perciò quando nella bozza di lettera all’Ue emerge la volontà di ridimensionare reddito di cittadinanza e quota 100 (secondo alcune fonti la richiesta della Lega riguardava solo il reddito e gli 80 euro di Renzi ma non toccava le pensioni), Di Maio esce subito allo scoperto: “non esiste, si torna alle lacrime e sangue, al governo Monti”, dichiara.

Ma è possibile andare avanti così, con uno scontro continuo, senza alcun filo di dialogo tra i vicepremier? Salvini fa sapere che dalla flat tax all’Autonomia da approvare in Consiglio dei ministri prima del 21 giugno, non intende accettare dei No. Cerca pretesti per rompere, osservano il M5s: da qui a un mese si capirà se il governo cade o trova un nuovo equilibrio. Se si supererà questa fase, probabilmente arriverà un rimpasto.

In bilico ci sono, spiegano fonti M5s, Danilo Toninelli (si cita Mauro Coltorti per le Infrastrutture) e Giulia Grillo (la Sanità andrebbe alla Lega). Più difficile sostituire la titolare della Difesa Elisabetta Trenta o Sergio Costa all’Ambiente. L’idea di alcuni dirigenti M5s sarebbe quella di lasciare alla Lega la guida di ministeri importanti ma “rognosi” come la sanità o le infrastrutture, perché sia Salvini a metterci la faccia. Basterà?

Conte, che ha avviato le sue “consultazioni” nel governo e potrebbe presiedere nei prossimi giorni un vertice a tre, fa sapere che lunedì farà le sue valutazioni, detterà le sue condizioni per andare avanti. A M5s e Lega. Se non bastasse, secondo alcune fonti, potrebbe essere lui stesso a fare un passo indietro, aprendo la strada al voto.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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