Conte e i vice, vertice per capire se andare avanti

Luigi Di Maio, il primo Ministro Giuseppe Conte e Matteo Salvini durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. Decretone
Luigi Di Maio, il primo Ministro Giuseppe Conte e Matteo Salvini durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

BRUXELLES. – L’urgenza adesso è provare a ripartire. Rimettere in moto la macchina del governo mentre M5s affronta la sua crisi più difficile e la Lega smaltisce l’ubriacatura da 34%. Ecco perché a Palazzo Chigi si guarda come a un passaggio cruciale il vertice a tre che Giuseppe Conte dovrebbe avere a breve con i suoi vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Bisogna parlarsi, chiarirsi, scoprire le carte.

Il premier la rotta da seguire – assicurano i suoi – ce l’ha chiara. Nessuno però nel governo adesso si sbilancia a prevedere cosa accadrà. C’è la consapevolezza che l’inedito capovolgimento dei rapporti di forza possa innescare la crisi, da un momento all’altro. In questo momento Conte assicura di non sentirsi delegittimato o messo in discussione. Se arriveranno diktat o strappi valuterà cosa fare.

In mattinata mentre gli altri leader europei già atterrano a Bruxelles per il vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Unione, Conte è impegnato a Palazzo Chigi in una riunione sul decreto sblocca cantieri che dura quattro lunghe ore. Nella capitale europea arriva a ridosso dell’inizio della cena di lavoro e a margine ha solo un colloquio con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, che gli preannuncia la lettera sullo scostamento dei conti.

Il premier afferma che a Roma spetta una poltrona di peso ma per ora il governo gialloverde è fuori dai giochi, condotti da Angela Merkel, Emmanuel Macron, Pedro Sánchez. Il dossier delle nomine europee non solo è complicato da gestire a Bruxelles ma, nei fatti, secondo fonti di Lega e M5s non è ancora stato aperto dentro il governo.

C’è un problema più grosso, esistenziale, da affrontare: come andare avanti a Roma. La risposta ancora non c’è. Tanto che potrebbe slittare di un giorno, da mercoledì a giovedì, il programmato vertice di governo chiesto da Di Maio ma voluto con forza anche da Salvini. Il leader M5s, alle prese con la crisi che si è aperta nel Movimento, potrebbe rinviarlo di qualche ora.

In casa pentastellata si studiano le reali intenzioni di Salvini. Gli attacchi all’Ue e la scelta di proporre una flat tax da trenta miliardi, suonano alle orecchie M5s come mosse elettorali. Vuole andare a votare?, è la domanda. Se ha deciso di rompere, potrebbe creare il casus belli su Rixi, la Tav o anche, ragionano, rifiutandosi di accogliere la richiesta Ue di una manovra correttiva.

Il vertice a tre sarà l’occasione di un chiarimento. Conte proverà ancora una volta a mediare, farsi garante di una convivenza di governo possibile. A Palazzo Chigi non si sbilanciano su quel che succederà ma osservano che il premier – e con lui il governo – godono ancora di un grande consenso nel Paese. La volontà è proseguire, andare avanti.

Lo dice Conte nelle prime dichiarazioni che rilascia a Bruxelles, dopo i giorni del silenzio elettorale. Spiega di aver vissuto le elezioni europee da “cittadino votante”, non politico di parte. Assicura di non essere “commissariato” da Salvini. Indica le tante cose da fare. Quando a sera, complice il ritardo della sua auto, gli chiedono di Rixi, di Salvini e conti pubblici, si limita a sorridere. Il vertice a tre servirà ad affrontare tutti i nodi.

(Di Serenella Mattera/ANSA)

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