Shock a Tokyo, accoltella e uccide alla fermata dello scuolabus

Polizia e agenti sul luogo dell'attenta anKawasaki, vicino Tokyo.
Polizia e agenti sul luogo dell'attentato in Kawasaki, vicino Tokyo. EPA/KIMIMASA MAYAMA

TOKYO. – Un gesto insospettabile di un folle senza alcun preavviso, in uno dei Paesi col più basso tasso di criminalità al mondo. Un sentimento di incredulità e sbigottimento pervade il Giappone, teatro di una vicenda ancora senza spiegazioni, che solleva molte angosce all’interno di una comunità da sempre molto compatta. Sono le 7:45 di una mattina grigia e ventilata a sud di Tokyo, nel distretto popolare di Kawasaki, quando un uomo 51enne si scaglia contro un gruppo di alunne di un istituto elementare in attesa del pulmino della scuola.

Brandisce due coltelli da cucina, raccontano i testimoni diretti, e – come una scena dei film dell’orrore – mentre si avvicina alla comitiva di bambine urla “vi ucciderò”. La sua furia provoca la morte di una bambina di 11 anni e di un uomo di 39 anni, rivelatosi poi un funzionario del ministero degli Esteri e padre di una scolara, oltre al ferimento di 16 persone, perlopiù allieve della scuola elementare. Nello scompiglio, richiamati dalle grida delle bambine, l’autista del bus e il vice preside dell’istituto, cercano di intervenire, allontanando l’autore dell’accoltellamento.

Le forze dell’ordine accorse sul luogo troveranno poi il corpo del presunto omicida esanime, a poca distanza dal luogo dell’attacco, dopo essersi tolto la vita con dei fendenti al collo. Controlli sul profilo dell’uomo tracciano una personalità schiva che viveva con gli zii. L’unica sua foto disponibile diffusa dal canale pubblico risale ai tempi del liceo. Chi era presente sul luogo della tragedia ha descritto lo sguardo terrorizzato dei bambini che osservavano la scena da lontano, mentre le madri straziate del dolore urlavano alla ricerca dei propri figli.

La drammatica storia di cronaca, raccontata in diretta televisiva dalle prime ore del mattino sui principali network nazionali, ha offuscato la narrazione dell’ultimo giorno della visita di Stato del presidente Usa, Donald Trump, a Tokyo. Il premier nipponico Shinzo Abe ha espresso il suo cordoglio alle famiglie e si è impegnato a “garantire la sicurezza dei bambini con ogni mezzo”.

Il Giappone ha elevati standard di sicurezza ed è pratica diffusa per i bambini di scuola elementare recarsi a scuola senza la supervisione degli adulti. Pur non essendo comuni, tuttavia, casi come quello di Kawasaki si sono già verificati in passato. L’ultima vicenda risale al luglio del 2016, quando un impiegato di una casa di cura nella prefettura di Kanagawa, accoltellò 19 pazienti disabili, ferendone altri 26.

Nuove direttive sulla sicurezza scolastica sono entrate in vigore all’indomani di un altro episodio di violenza nel 2001 in una scuola di Osaka, attraverso l’approvazione di misure di monitoraggio più stringenti e di video sorveglianza. In base ai dati della polizia, a livello nazionale ci sono state ben 573 aggressioni che hanno riguardato ragazzi sotto i 13 anni nel 2018, e gli attacchi con coltelli, assieme alle spade, costituiscono ancora oggi i più frequenti casi di crimini commessi, per via dei rigidi controlli sulle armi da sparo esistenti nel Paese.

 

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