Spese pazze, in arrivo sentenza per viceministro Rixi

Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, della Lega.
Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, della Lega.

GENOVA. – È prevista per giovedì la sentenza sulle cosiddette spese pazze in regione Liguria che vede imputati per peculato e falso il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi insieme ad altre 21 persone. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto aveva chiesto la condanna per Rixi a tre anni e quattro mesi. Sollecitate condanne anche per altri 18 imputati, tra ex e attuali consiglieri regionali, e l’assoluzione per altri tre.

Per l’accusa, i consiglieri regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari. In alcuni casi, sempre secondo l’accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano.

Le pezze giustificative molto spesso si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l’accusa ‘sospetti’ per svolgere attività istituzionale. Nel complesso viene contestato un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro.

A gennaio, alcuni difensori degli imputati avevano chiesto, in via subordinata all’assoluzione, la riformulazione del reato, da peculato a indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici, a seguito della entrata in vigore della nuova legge sul peculato. Rixi deve rispondere di cinque capi di imputazione, due dei quali in concorso con gli ex consiglieri regionali Francesco Bruzzone (oggi senatore della Lega) e Renato Torterolo. Quest’ ultimo ha patteggiato la condanna a due anni.

Secondo la procura il viceministro, che all’epoca era capogruppo della Lega in Regione, avrebbe approvato i rendiconti delle spese senza verificare se fossero attinenti al ruolo di consigliere. Tra le spese contestate anche rimborsi di viaggi sostenuti da collaboratori ma le cui pezze giustificative erano a nome dei consiglieri.

(di Laura Nicastro/ANSA)

Lascia un commento