Zingaretti festeggia il successo del listone: “Noi alternativa”

Il Segretario del Pd, Nicola Zingaretti, durante la conferenza stampa dopo le votazioni europee.
Il Segretario del Pd, Nicola Zingaretti, durante la conferenza stampa dopo le votazioni europee. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – Il Pd torna un fattore nella politica italiana, a poco più di un anno dalle disastrose elezioni politiche. Se le prime proiezioni verranno confermate il partito democratico sarà la seconda forza del Paese dietro la Lega travolgente, collocato sopra il 21%. Diversi punti oltre il 19 per cento del 4 marzo scorso. Soprattutto davanti al M5S che lo aveva umiliato un anno fa. Nicola Zingaretti, dopo il plebiscito dalle primarie nemmeno tre mesi fa, esulta nella sua stanza con Paolo Gentiloni, ultimo premier Pd.

“Torniamo a crescere dopo 5 anni”, dicono dall’entourage del leader. “Il Pd c’è, è in campo per costruire l’alternativa di centrosinistra”, commenta invece davanti alla stampa al Nazareno il vicesegretario Andrea Orlando, leader dell’opposizione di sinistra sotto Matteo Renzi, e sembra un secolo fa. “Gli elettori sono tornati a darci fiducia in questa tornata elettorale, ma non la consideriamo un’apertura di credito in bianco”, aggiunge l’ex ministro della Giustizia.

Zingaretti attenderà i primi dati affidabili nella notte per parlare. Ma la soddisfazione nella sede nazionale romana è palpabile. Non sembra scalfirla la sconfitta di Sergio Chiamparino alle regionali in Piemonte. L’impressione è di essere scampati all’estinzione pronosticata da molti e di contare ancora. Se anche fosse alla fine un testa a testa tra Pd e M5S il quadro potrebbe delinearsi secondo prospettive nuove.

“Non c’è più il bipolarismo M5S-Lega di cui si parlava un anno fa – commentano fonti vicine al segretario -. E’ un tripolarismo e c’è anche il Pd”. Il partito con Zingaretti si è alleato con i fuoriusciti di Articolo 1, che hanno due candidati nelle liste e che con Arturo Scotto commentano: “Si recupera consenso quando finisce l’autosufficienza e si rimette al centro la questione sociale”.

Le proiezioni indicano un ottimo risultato anche di +Europa, che sfiorerebbe il quorum del 4%. Emma Bonino e i suoi non si sono alleati con il Pd, ma potrebbero rientrare in una coalizione di centrosinistra alle politiche. Zingaretti ha detto di voler guardare al centro nella costruzione dell’alternativa, appoggiato in questo da Matteo Renzi, negando qualsiasi accordo con M5S.

Ma il discorso tabù potrebbe riproporsi, soprattutto in caso di terremoto nel Movimento per una sconfitta troppo dura. Del resto per arrivare a contrastare la super Lega e il resto del centrodestra – se il governo cadrà – il Pd avrebbe bisogno di molto di più del 21 per cento.

(di Luca Laviola/ANSA)

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