Mafia e droga, blitz Carabinieri tra Veneto e Puglia

Ammanettato e arrestato dai Carabinieri. 'Ndrangheta
Ammanettato e arrestato dai Carabinieri.

VERONA. – Cacciata dalla propria terra, la camorra barese trova in Veneto un terreno favorevole ai propri traffici di droga, installandosi nella ricca provincia di Verona dove far arrivare marijuana e cocaina. Ma il meccanismo si inceppa quando un piccolo imprenditore non vuole sottostare alle minacce del gruppo criminale e avvia le indagini dei carabinieri, che oggi hanno portato all’esecuzione di 19 misure cautelari chieste dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia.

E’ stata così scoperta l’attività in riva all’Adige del clan Di Cosola, sgominato alcuni anni fa in Puglia e trasferitosi con alcuni suoi componenti nel ricco nordest. Dopo ‘ndrangheta e camorra, quella scoperchiata adesso è un’altra organizzazione criminale che ha trovato mercato in Veneto. L’operazione si è svolta con circa 200 militari dei comandi provinciali di Verona e Bari, con il supporto dei dei nuclei elicotteri di Bolzano e Bari e dei nuclei cinofili di Torreglia, Bologna e Bari.

Le indagini sono state sviluppate dal nucleo investigativo dei Carabinieri veronesi. Sono state eseguite dieci ordinanze cautelari nel capoluogo scaligero (sei in carcere e quattro agli arresti domiciliari) e nove nelle province di Bari e Barletta (cinque in carcere e quattro ai domiciliari).

Un affiliato al clan, a Verona da una ventina d’anni, aveva avviato e dirigeva il traffico di marijuana e cocaina dalla Puglia, che giungeva in Veneto nascosta in pacchi contenenti ricambi per automobili inviati con corriere espresso a ignari artigiani e meccanici; l’altro filone di approvvigionamento avveniva attraverso corrieri che viaggiavano in pullman di linea, con biglietto andata/ritorno pagato dall’organizzazione. Ogni settimana si è stimato giungessero nel veronese uno-due chilogrammi di marijuana e 2-300 grammi di cocaina pura.

Uno degli artigiani, minacciato dal clan perché non voleva fare da recapito ai pacchi di droga, ha avvisato i militari e così nel novembre 2016 sono stati avviati gli accertamenti con intercettazioni telefoniche e controlli del territorio, sia in Veneto che in Puglia.

Oltre al reato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di droga, la Procura antimafia contesta il possesso di armi, minacce ed estorsione. Il Procuratore distrettuale di Venezia, Bruno Cherchi, ha invitato a “riflettere sulla capacità di dispersione delle organizzazioni criminali sul territorio, valutato più tranquillo”. Complimenti alle forze dell’ordine sono venuti dal vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Mafia e droga, maxi blitz dei carabinieri tra Veneto e Puglia: grazie a Forze dell’Ordine e inquirenti! Nessuna pietà per i venditori di morte. Avanti tutta”.

Mentre per il presidente del Veneto Luca Zaia “un po’ ovunque tira un’aria nuova di legalità e non passa giorno che non si registri qualche vittoria contro il crimine, il che è un segnale importantissimo di risposta alla richiesta di sicurezza e lotta al crimine che viene dalla popolazione”.

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