Studentessa scuote il Parlamento: “Troppo odio, fermarlo”

Francesca durante il suo intervento al Parlamento
Francesca durante il suo intervento al Parlamento

ROMA. – L’attuale momento politico paragonato a quello degli Anni Settanta dei morti per terrorismo, con i valori democratici che sarebbero messi in discussione “persino da chi riveste alte responsabilità di governo”. L’affermazione choc è stata fatta nell’Aula della Camera da una studentessa milanese del Liceo Virgilio, Francesca, al termine della toccante cerimonia nelle giornata della memoria delle vittime di terrorismo e di stragi.

All’evento sono prima intervenuti tre familiari di altrettante vittime del terrorismo: Carlo Arnoldi, Benedetta Tobagi, Olga Di Serio D’Antona. L’aula, piena di deputati e studenti, ascolta in un silenzio religioso le toccanti testimonianze. Poi è la volta del padrone di Casa, il presidente Roberto Fico, che auspica una declassificazione dei documenti ancora secretati per fare verità su tutte le stragi.

Fico, assieme ad un applauditissimo presidente Mattarella premiano poi alcune scuole che hanno vinto un Concorso nazionale in cui sono stati premiati i lavori di recupero della memoria. Il Virgilio di Milano è premiato per un bellissimo lavoro di recupero del ricordo di tre giovani, Fausto e Iaio, di sinistra, e Sergio Ramelli, di destra, uccisi nel quartiere di Città Studi, in una guerra immaginaria dove i morti erano veri.

Francesca parla a nome di tutti gli studenti e lancia il suo atto di accusa: “Anche noi stiamo vivendo un momento particolarmente difficile della nostra storia repubblicana. I valori democratici fondanti la nostra convivenza civile paiono a volte essere messi in discussione, persino da chi riveste alte responsabilità di governo”.

“Parole e gesti violenti – ha continuato Francesca, più volte interrotta dagli applausi – amplificati a dismisura dai social media, diffondono un clima di diffidenza e di odio nella società civile e mirano a screditare le istituzioni democratiche nazionali ed europee che sono nostre e che dovremmo imparare a tutelare e a difendere strenuamente per il bene di noi tutti”.

(Di Giovanni Innamorati/ANSA)

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