Oms: “Ogni anno un milione e mezzo di vittime per incidenti stradali”

Il luogo di un incidente stradale.
Il luogo di un incidente stradale. ANSA/FABRIZIO RADAELLI

ROMA. – Ogni anno nel mondo ben 1,35 milioni di persone perdono la vita a causa di un incidente stradale e oltre la metà sono pedoni, ciclisti e motociclisti. Nonostante i progressi compiuti, la conta delle vittime della strada non conosce tregua, tanto che ormai le lesioni e ferite subite in questi eventi sono il principale killer di bambini e giovani tra i 5 e 29 anni.

A segnalarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) in occasione della Settimana globale dell’Onu sulla sicurezza stradale (6-12 maggio), che prevede centinaia di iniziative in tutto il mondo. La gran maggioranza delle vittime (93%) vive in Paesi a basso e medio reddito, nei quali si concentra il 60% dei veicoli mondiali.

Stando ai dati pubblicati dall’Oms, oltre alle vittime, tra 20 e 50 milioni di persone riportano ferite e lesioni non mortali, che spesso diventano causa di disabilità. Circa i tre quarti delle vittime sono giovani maschi con meno di 25 anni, che hanno un rischio quasi triplo di morire in un incidente rispetto alle ragazze. I costi in termini economici non sono da poco, visto che rappresentano il 3% del Prodotto interno lordo di molti Paesi.

“Le morti e le ferite causate dagli incidenti stradali sono un prezzo inaccettabile da pagare alla mobilità”, commenta Etienne Krug, direttore del dipartimento di prevenzione della violenza e infortuni dell’Oms. “Non si può giustificare – rileva – la mancanza di interventi. E’ un problema che ha delle soluzioni verificate. I governi devono prendere l’iniziativa e accelerare l’implementazione di azioni efficaci per salvare vite”.

Lì dove si sono fatti progressi, rileva l’Oms, è perché si è intervenuto a livello legislativo su fattori di rischio come velocità, guida in stato d’ebbrezza, cinture di sicurezza, caschi per motociclisti, seggiolini per i bambini, piste ciclabili e corsie dedicate a pedoni. Tra gli altri fattori di rischio c’è l’uso dei telefonini, che quadruplicano la probabilità di rimanere coinvolti in un incidente perché fanno rallentare i tempi di reazione nella frenata e ai semafori, e rendono difficile rimanere nella corsia giusta e mantenere la distanza di sicurezza.

Centinaia gli eventi organizzati e i provvedimenti presi in occasione della Settimana della sicurezza stradale, come valutare i percorsi in più di 50 Paesi (dal Brasile alla Mongolia, fino a Nigeria e Pakistan), migliorare gli incroci pedonali a Trinidad e Tobado, ridurre i limiti di velocità in Slovenia, aumentare l’uso delle cinture di sicurezza in Kazakistan e dei seggiolini per bambini in Cile.

In Argentina, Senegal e Tunisia, inoltre, si stanno installando i segnali dei limiti di velocità vicino le scuole, promuovendo l’uso del casco per i bambini in Malesia e formando gli autisti di scuolabus in Nepal, mentre nei Paesi del Commowealth si lancia un’iniziativa globale per la sicurezza stradale. Dal 2017, infine, l’Oms ha pubblicato un ‘pacchetto’ di 6 strategie e 22 interventi per ridurre gli incidenti e i fattori di rischio.

(di Adele Lapertosa/ANSA)

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