Mattarella: “Governo sia più rapido, agisca ed esegua”

Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa e il Re di Spagna Felipe VI in occasione del XIII Simposio COTEC
Il Presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa e il Re di Spagna Felipe VI in occasione del XIII Simposio COTEC. (Foto Ufficio Stampa Quirinale)

NAPOLI. – “La tempestività nell’assunzione e nell’esecuzione delle decisioni di governo diventa sempre più essenziale”. Sergio Mattarella usa un solo passaggio, quasi un inciso, di un suo lungo intervento dedicato al tormentato rapporto tra Pubblica amministrazione e rivoluzione digitale per un invito – quasi un richiamo – al governo. Sia più rapido nel prendere le decisioni ed ancora di più nel renderle esecutive, dice in sostanza da Napoli dove ha partecipato alla tradizionale riunione del Cotec Europa, un contenitore informale dedicato alle nuove tecnologie e alle sinergie europee.

Certo, c’è la campagna elettorale ma il lavoro non si deve interrompere, sembra dire il presidente della Repubblica che proprio recentemente non ha mancato di far notare al governo quanto troppo spesso i decreti legge siano tardati nella loro formulazione finale. Nessun commento da Napoli ai nuovi dati europei nella consapevolezza che non si discostino troppo da quelli niente affatto lusinghieri di altri grandi Paesi.

Diversa è l’attenzione che il Quirinale già riserva alla prossima legge di Bilancio. Ma non è tema di queste ore. Il capo dello stato si è concentrato sui ritardi della Pubblica amministrazione italiana e sulla sua pachidermica burocrazia. Serve “un salto di qualità”, sottolinea Mattarella parlando dal tetaro san Carlo in compagnia del re di Spagna Felipe VI; l’ ex re Juan Carlos, ed il presidente del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa. ”

Troppo spesso si registra un ritardo delle strutture burocratiche, impantanate nella babele di gestioni dei dati separati e non interoperabili tra loro”, ricorda cercando di spiegare quanto forte sia l’impatto della digitalizzazione nella vita dei cittadini e nel loro rapporto con la democrazia. Per questo il capo dello stato analizza il problema in senso squisitamente politico rilanciando un allarme: attenzione che le diseguaglianze digitali sono drammatiche come quelle sociali e economiche.

“La mancanza di alfabetizzazione digitale – spiega Mattarella – porta a diffidenza o a resistenza verso le novità tecnologiche e a volte ritarda la possibilità di migliorare la qualità della vita mediante l’uso dei servizi digitali già disponibili, evitando o eliminando tempi di accesso e di attesa agli sportelli”.

Ma non solo: c’è “il rischio di una emarginazione digitale” che può riproporre “una questione sociale che richiama quella degli illetterati del nostro Paese di inizio 900”. E ciò porta “difficoltà di partecipazione non solo alla vita della propria comunità ma alla stessa vita democratica”. Il presidente batte il tasto dell’uguaglianza e della necessità di non lasciare nessuno indietro sforzandosi di far comprendere quanto falsa e pericolosa sia oggi la distinzione tra vita reale e virtuale.

“L’inclusività è uno degli scopi che debbono caratterizzare l’attivazione di nuove tecnologie, con servizi il più possibili intuitivi e lo sviluppo di applicazioni facili e immediate. Va osservato che non può essere e non è lo smartphone il simbolo contemporaneo dei diritti di cittadinanza”.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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