Salario minimo, il governo rassicura: “Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro è riferimento”

Operaio al lavoro tra le scintille di saldatura. Deficit
Operaio al lavoro tra le scintille di saldatura.

MATERA. – Passi avanti nella definizione del salario minimo orario, che il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio punta a vedere legge entro settembre. I sindacati ritengono positivo il richiamo esplicito ai minimi tabellari definiti dai contratti nazionali, che il governo è intenzionato ad inserire con un emendamento al ddl: una novità che va incontro alla posizione più volte rimarcata da Cgil, Cisl e Uil. Che però non basta: fissare per legge la soglia minima e quindi lasciare la cifra dei 9 euro lordi non va bene perché a farlo deve essere la contrattazione.

Riuniti a Matera per l’iniziativa su Europa, cultura e lavoro, Cgil, Cisl e Uil con i segretari generali, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, seguono a distanza il tavolo tecnico convocato al ministero del Lavoro a Roma tra governo e sindacati. La novità più significativa che arriva è la rassicurazione per cui il provvedimento sul salario minimo orario valorizzerà il riferimento alla contrattazione collettiva estendendo a tutti i minimi tabellari del contratto del settore nel quale si lavora. Minimi tabellari che non dovranno essere inferiori ai 9 euro lordi l’ora. Altra novità, il fatto che il lavoro domestico sarà escluso dall’applicazione del salario minimo orario.

Intanto sono 72 gli emendamenti che i senatori hanno presentato al ddl sul salario minimo, ora all’esame della commissione Lavoro di Palazzo Madama. L’intenzione del governo di presentare un emendamento “richiamando i minimi tabellari dei contratti nazionali è un passo avanti”, afferma Barbagallo, sottolineando che invece “si lascia il riferimento ai 9 euro lordi, ma non si capisce per chi”.

Questo è uno dei punti principali, che andrebbe “superato”: “Noi chiediamo che siano i contratti nazionali a definire i minimi tabellari”, rimarca Furlan. E che questi “diventino il riferimento per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici. Questo è il principio che noi vogliamo portare a casa”. I sindacati all’unisono sottolineano, infatti, che il salario “non è soltanto la paga oraria”, ma è composto da tante altre voci quali ferie, malattia, tredicesima e Tfr. Dunque, “bisogna evitare che con la scusa del salario minimo si abbassino i salari nel Paese”, avverte il numero uno della Uil.

Mentre il leader della Cgil attacca: “Per ora siamo al paradosso che, mentre il governo parla di legge sul salario minimo, non sono ancora state stanziate le risorse necessarie per rinnovare tutti i contratti nazionali del settore pubblico”, afferma Landini, aprendo l’appuntamento di Matera e ricordando dal palco tutte le iniziative unitarie in programma: dalle manifestazioni di sabato prossimo 11 maggio degli agroalimentaristi, a quelle di sabato 1 giugno dei pensionati e 8 giugno del pubblico impiego, tutte in piazza a Roma, allo sciopero del 14 giugno dei metalmeccanici, fino alla manifestazione nazionale del 22 giugno a Reggio Calabria per il Mezzogiorno.

“Questo Paese vogliamo unirlo e non approfondire le divisioni come accadrebbe con l’eventuale disegno di autonomia differenziata. Contrastare le divisioni e le diseguaglianze, unire il Paese in un’Europa dei diritti e del lavoro. Questo è l’impegno che oggi prendiamo”, scandisce Landini.

(dell’inviata Barbara Marchegiani/ANSA)

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