A Castelluccio a trenta mesi dal sisma, voglia di riscatto

Vista sulla Piana di Castelluccio nell'epoca della fioritura.
Vista sulla Piana di Castelluccio nell'epoca della fioritura.

NORCIA (PERUGIA). – La lenticchia sta nascendo e sul Pian Grande è iniziata la stagione dei fiori spontanei, in attesa di quella che sarà la spettacolare fioritura di fine giugno. Sono tornati anche i cavalli per le passeggiate all’aria aperta, ma a frenare l’inizio della stagione turistica ci si è messo il maltempo: la neve copre il Vettore e tutti i monti attorno, quassù, a quasi 1.500 metri di quota, si respira ancora l’aria dell’inverno.

L’ANSA è tornata ancora a Castelluccio di Norcia, la “perla” dei Sibillini praticamente rasa al suolo dagli eventi sismici del 2016, per raccontare ancora come i terremoti non hanno distrutto la voglia di riscatto della gente di qui. Trenta mesi dopo la grande scossa è più determinata che mai e l’emblema di chi crede in un futuro a Castelluccio è Claudia, 19 anni, della “Bottega Albero Bello”.

“Siamo – dice – il primo negozio, assieme all’agriturismo qui a fianco, ad aver riaperto dentro il centro storico di Castelluccio e di questo andiamo fieri, siamo un simbolo di rinascita”. La bottega vista da fuori sembra qualcosa di astruso rispetto al paesaggio che la circonda, fatto di macerie e case squarciate: “Ci hanno liberato il passaggio, perché qui era ancora ‘zona rossa’ – racconta Claudia mentre prepara specialità per una dozzina di scooteristi e camperisti – adesso possiamo essere raggiunti in tutta sicurezza”.

Intanto poco sotto stanno avanzando i lavori per la realizzazione delle otto casette Sae dove troveranno alloggio altrettante famiglie che prima del sisma vivevano a Castelluccio. Un tema, quello della residenza nel paese, che scalda ancora gli animi di qualcuno, tanto che c’è chi sostiene di avere diritto a un alloggio che invece gli sarebbe stato negato “ingiustamente”.

Qualche agricoltore per non tornare tutte le sere a Norcia ha deciso di portarsi dietro il camper, in attesa che il modulo collettivo, promesso dalla Protezione civile che permetterà ai lavoratori che non hanno la Sae di avere un “appoggio” dove trascorrere la notte. Intanto le attività commerciali e i ristoranti si preparano alla stagione estiva, come Sandra Barcaroli che ha ripreso a produrre formaggio in uno dei tre caseifici delocalizzati: “Siamo tornati a fare il nostro pecorino alla vigilia di Pasqua – racconta – e speriamo di poter ricominciare a lavorare con continuità”.

Stanno lavorando anche gran parte dei ristoranti che hanno trovato posto nel cosiddetto “deltaplano” e le botteghe che si trovano nella piazza. “Il brutto tempo di questi giorni purtroppo non ha favorito l’arrivo dei viaggiatori – dice Gilberto Brandimarte del ‘Sibillini ranch’ – ma contiamo di riprendere la nostra attività a pieno regime al più presto, ma ciò che più conta è che Castelluccio venga ricostruita quanto prima”.

E non è ancora del tutto risolta la questione viabilità: “Resta da aprire la strada per Castelsantangelo e quindi verso il Maceratese, dopo quasi tre anni dal sisma è qualcosa che si fa fatica ad accettare”, conclude Brandimarte.

(di Gianluigi Basilietti/ANSA)

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