Kim avverte Trump: “Pace e sicurezza legate a mosse Usa”

La stretta di mano a Vladivostok tra Kim Jong-un e Vladimir Putin.
In una foto d'archivio la stretta di mano a Vladivostok tra Kim Jong-un e Vladimir Putin.

PECHINO. – La pace e la sicurezza della penisola coreana dipenderanno “interamente dall’attitudine che mostreranno gli Stati Uniti in futuro”. Il leader nordcoreano Kim Jong-un è passato al contrattacco rinvigorito dal summit col presidente Vladimir Putin, sferrando un duro e inusuale colpo in prima persona all’amministrazione Trump, accusata di “malafede” per l’atteggiamento “unilaterale” mostrato al vertice naufragato sul nucleare di Hanoi.

Un dispaccio dell’agenzia Kcna ha raccolto il pensiero del “supremo leader” che si è spinto oltre, mettendo in guardia che “la situazione nella penisola coreana e nella regione è in stallo e ha raggiunto un punto critico potendo tornare allo stato originario dopo che gli Usa hanno deciso di adottare una attitudine unilaterale in malafede al recente secondo summit di Hanoi tra Corea del Nord e Stati Uniti”.

La minaccia, neanche tanto velata, è dell’impennata delle tensioni che richiama alla mente lo scambio di insulti “uomo razzo” e “vecchio rimbambito”. E Kim, non a caso, ha assicurato che Pyongyang “si preparerà per far fronte a qualsiasi situazione possibile”. I negoziati si sono arenati per la mancanza del compromesso a lungo caldeggiato dal Nord tra il processo di denuclearizzazione e l’allentamento delle sanzioni, sfociata poi nell’interruzione brusca del summit vietnamita da parte du Trump.

All’Assemblea suprema del popolo di inizio aprile, il leader ha espresso il desiderio di tenere un terzo summit col tycoon a patto che Washington proponga entro fine anno un accordo “equo” e “accettabile dalle parti”. In attesa, il Nord ha intensificato gli sforzi diplomatici coi Paesi vicini, inclusa la Russia, alla ricerca di sostegno per contrastare le pressioni americane.

A Vladivostok, i leader hanno discusso di denuclearizzazione e relazioni bilaterali, concordando sulla soluzione pacifica all’instabilità della penisola e sul rafforzamento di rapporti e collaborazione strategica. Un rapporto suggellato dallo scambio incrociato di armi: una spada coreana per Putin e una sciabola russa per Kim, con tanto di moneta portafortuna.

A Pyongyang, il Rodong Sinmun, quotidiano del Partito dei Lavoratori, ha dedicato quattro pagine su sei all’evento con tanto di foto a corredo. Un omaggio a Putin che s’è fatto garante dei timori sulla sicurezza nordcoreani che due Paesi, Usa e Corea del Sud, non sembrano in condizioni di poter garantire. Kim è ripartito in treno nel pomeriggio da Vladivostok dopo un omaggio al milite ignoto e un pranzo nello stesso ristorante che suo padre, il “caro leader” Kim Jong-il, visitò nel 2002.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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