Sindacati tornano in piazza, maggio e giugno caldi

Sindacati: Folla immensa al corteo Cgil, Cisl, Uil in piazza San Giovanni, Roma. Sindacati
In una foto d'archivio corteo Cgil, Cisl, Uil in piazza San Giovanni, Roma. (Archivio ANSA)

ROMA. – I sindacati, compatti, affilano le armi e allargano il fronte della protesta. Mettendo in campo una sfilza di scioperi e manifestazioni, con un calendario caldo tra maggio e giugno, che riguarda tutti i principali settori: dalla scuola (17 maggio) ai pensionati (1 giugno) ai dipendenti pubblici (10 maggio e 8 giugno), dai trasporti (17 maggio) ai metalmeccanici (14 giugno). Puntando sul Sud (22 giugno).

Obiettivo dell’offensiva di Cgil, Cisl e Uil, reclamare al governo un cambio di passo nella politica economica, sociale e industriale. Che veda al centro il lavoro ed i contratti, la crescita e lo sviluppo del Paese, a partire dal rilancio degli investimenti pubblici e privati e del Mezzogiorno. Ma anche l’Europa ed il fisco, con una riforma che riduca il peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati.

L’ultima iniziativa annunciata è lo sciopero di otto ore dei metalmeccanici, proclamato unitariamente da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil, per venerdì 14 giugno: sarà accompagnato da tre manifestazioni, al Nord, al Centro e al Sud. Un’iniziativa in continuità con l’ultima mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil del 9 febbraio, con cui chiedono al governo giallo-verde e al sistema delle imprese di agire con “urgenza” su diversi punti: dalla riduzione delle aliquote Irpef sul lavoro dipendente alla reindustrializzazione delle aree in crisi, dall’incremento degli investimenti allo sviluppo delle infrastrutture fino al contrasto alla “controriforma” del Codice appalti.

Prima delle tute blu, ad incrociare le braccia sarà il mondo della scuola e della ricerca venerdì 17 maggio, con lo sciopero proclamato da Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals: al centro, il rinnovo del contratto 2019-21 con lo stanziamento delle relative risorse, la stabilizzazione del personale docente e Ata. Ma c’è anche e soprattutto il tema dell’autonomia differenziata a cui i sindacati della scuola guardano con preoccupazione: dicono no ad ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione che allarghi divari e disuguaglianze, a fronte di un diritto garantito dalla Costituzione.

Maggio vedrà i sindacati in piazza anche per la consueta celebrazione del Primo maggio (la scelta della città di Bologna, che quest’anno ospiterà la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil, sarà ufficializzata nella riunione unitaria in programma la prossima settimana, il 10 aprile). E poi il 6 e 7 maggio con l’altra iniziativa unitaria in programma a Matera e dedicata alla cultura, al Sud e all’Europa. A queste si aggiungono lo sciopero generale del Pubblico impiego e della scuola il 10 maggio e dei trasporti il 17 maggio proclamati dall’Usb.

Diversi poi gli appuntamenti di giugno: il primo del mese, di sabato, i pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil scenderanno in piazza del Popolo a Roma con una manifestazione nazionale per protestare contro “la totale mancanza di attenzione” da parte del governo, “del tutto sordo” alle loro richieste. L’unica misura messa in campo, attaccano, il taglio della rivalutazione degli assegni: chiedono piuttosto un taglio sulle tasse. Una settimana dopo, sabato 8 giugno, sempre in piazza del Popolo a Roma, manifestazione nazionale del pubblico impiego di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa per rivendicare “risorse e occupazione”.

Chiedono un piano straordinario di assunzioni ed il rinnovo dei contratti per questo triennio e la chiusura dei vecchi: il contratto della Sanità privata scaduto da 12 anni e del comparto medici e dirigenti pubblici, scaduto dal 2009. Infine, il 22 giugno, Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza di nuovo insieme, questa volta a Reggio Calabria con un’altra manifestazione nazionale per invocare un cambio di rotta nelle politiche per il Mezzogiorno e per il lavoro.

(di Barbara Marchegiani/ANSA)

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