Città sotto la cappa dello smog, in diciassette sono fuorilegge

Una panoramica del centro di Milano, invasa dallo smog.
Una panoramica del centro di Milano, invasa dallo smog. DANIEL DAL ZENNARO/ANSA

ROMA. – L’aria inquinata non lascia il nostro Paese, tanto che la cappa dello smog continua a sovrastare i cieli delle nostre città. Da Torino a Milano, sono 17 i capoluoghi di provincia che possono già ritenersi ‘fuorilegge’ per aver superato i limiti di inquinamento consentiti. La fotografia alla qualità dell’aria dei nostri centri urbani la scatta la classifica ‘Mal’aria’ di Legambiente che, con dati aggiornati al 31 marzo, fa presente come i livelli di Pm10 siano al di sopra di quanto previsto dalla normativa, e cioè come le polveri sottili abbiamo già superato, dopo tre mesi, la soglia consentita nell’arco di tutto l’anno.

“Dopo appena tre mesi dall’inizio dell’anno – spiega Legambiente – 17 città hanno superato il limite annuale di 35 giorni dei livelli di Pm10 previsti dalla normativa (50 microgrammi per metro cubo quotidiani)”. Ed è soprattutto il Nord a respirare aria ‘malata’; tra le città peggiori: “Torino con 52 superamenti della soglia consentita per la salute, Rovigo nella classifica Vicenza con 47 giorni, Padova (45), Venezia (45), Pavia (44), Alessandria (43), Frosinone (43), Treviso (43), Ferrara (41), Mantova (41), Asti (39), Brescia (37), Lodi (37).

“I numeri dell’emergenza smog e i continui richiami dell’Ue – osserva Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ci ricordano ogni volta quanto sia urgente realizzare al più presto un Piano nazionale contro l’inquinamento che penalizzi economicamente, tra le varie cose, il traffico motorizzato privato investendo sul potenziamento del trasporto pubblico locale, pendolare e su ferro. Oggi abbiamo un’occasione unica per costruire concretamente una mobilità a zero emissioni, non solo l’auto elettrica, ma gli spostamenti a piedi, in bici, con i mezzi pubblici a trazione elettrica”.

I dati sullo smog chiudono il viaggio del ‘Treno verde’ – la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente – con un bilancio che racconta di 12 tappe per promuovere la rivoluzione della mobilità elettrica, leggera e condivisa; di monitoraggi sull’aria eseguiti in 79 hotspot nei punti più critici delle città; oltre 30 mila visitatori e 16 mila studenti; più di 100 esperienze di enti, associazioni, start up e imprese che hanno parlato di innovazione legate ai territori.

Impegni che amministratori, aziende e start hanno assunto firmando il ‘Manifesto per una mobilità a zero emissioni’, con 10 impegni per cambiare volto alle aree urbane. Secondo Legambiente è “urgente costruire l’uscita dalla mobilità inquinante per contrastare i cambiamenti climatici, ridurre lo smog e rendere più vivibili le nostre città”. Per questo dal Treno verde è stata lanciata una petizione per chiedere al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di approvare al più presto il decreto per autorizzare nei Comuni la circolazione sperimentale della micro-mobilità elettrica, previsto nell’ultima legge di bilancio ma non ancora emanato”.

(di Tommaso Tetro/ANSA)

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