Borghi contro lo spopolamento, migranti e case a 1 euro

Un'immagine caratteristica di borghi italiani.
Un'immagine caratteristica di borghi italiani.

ROMA. – L’iniziativa del comune lombardo di Esino Lario, che si mette in vendita offrendo il palazzo del Municipio per 200mila euro e altri arredi del paese attraverso un’asta pubblica e un annuncio sul Corriere della Sera, richiama l’attenzione su un fenomeno che nell’Italia dei borghi, riguarda tanti piccoli centri a rischio spopolamento. L’ultima rilevazione Anci su dati Istat dice che dal 1971 al 2015 sono 115 i centri che registrano un tasso di spopolamento che supera il 60% e tanti paesi hanno perso più della metà dei residenti.

E come si legge in un rapporto dell’Associazione nazionale costruttori edili del dicembre 2017, “tra il 1998 e il 2016, secondo i dati Istat, nei Piccoli Comuni sono mancate all’appello quasi 700.000 persone”. Gli amministratori si sono così ingegnati per trovare contromisure, come l’idea di vendere le case a un euro.

A gennaio, per esempio, ha fatto parlare di sé Sambuca, paese della Valle del Belice: qualche mese prima aveva lanciato l’iniziativa per riqualificare il patrimonio urbanistico e impedire lo spopolamento. Un servizio sulla Cnn ha fatto il resto, scatenando interesse di investitori americani e arabi. La Sicilia, del resto, ha fatto da apripista sulle case in supersaldo: nel 2010, per impulso dell’allora sindaco, Vittorio Sgarbi, Salemi è stato il primo centro a sperimentare questa soluzione, poi adottata da vari comuni siciliani, con alterne fortune, visto che diventa spesso complicato piazzare immobili a rischio agibilità.

Strade analoghe sono state battute da Gangi, nel palermitano, dove c’è anche un progetto di ristrutturazione delle strutture, da Bormida in Liguria, da Carrega Ligure in Piemonte, da Ollolai in Sardegna, da Fabbriche di Vergemoli in Toscana, solo per citarne alcune. Anche i progetti legati ai migranti sono stati utilizzati, in alcuni casi, dagli amministratori locali per ridare vita a paesi che rischiavano di morire.

Il caso di Riace e del sindaco Mimmo Lucano è il più eclatante, ed è anche entrato nell’occhio del ciclone per un’inchiesta giudiziaria. Ma, per restare in Calabria, Sant’Alessio d’Aspromonte, comune di 400 anime alle pendici dell’Aspromonte, si è proprio ripopolato grazie ai migranti del progetto Sprar. Ed è di pochi giorni fa la notizia che Vaccarizzo, frazione di 500 abitanti di Montalto Uffugo, provincia di Cosenza, è stato “adottato” dal Mit di Boston e diventerà un prototipo di rigenerazione sociale grazie ad una iniziativa internazionale che coinvolge 35 paesi del mondo.

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