Aramco: prima al mondo per utili, batte Apple

Funzionari della Aramco, vestiti con tradizionale abito bianco, entrano negli uffici
Funzionari della Aramco, vestiti con tradizionale abito bianco, entrano negli uffici. (GettyImages)

ROMA. – Il colosso petrolifero saudita Saudi Aramco è la compagnia che guadagna più al mondo, riuscendo addirittura a superare un ‘mostro’ della portata di Apple. A parlare chiaro sono i numeri, che il gruppo saudita ha rivelato per la prima volta nella sua storia, costretto a farlo rastrellare risorse sul mercato tramite l’emissione di un bond.

Lo scorso anno Aramco ha generato un utile netto di 111 miliardi di dollari, mettendo a segno un rialzo di quasi il 50% rispetto ai 76 del 2017 grazie all’aumento delle quotazioni del greggio. Risultato questo che supera di gran lunga i profitti di Apple, attestatisi sui 60 miliardi di dollari. I ricavi sono invece saliti dai 263 miliardi del 2017 a 356 miliardi di dollari.

I dati sono contenuti in un prospetto agli investitori che il gruppo saudita ha presentato in vista dell’emissione obbligazionaria da 10 miliardi di dollari per finanziare, tra l’altro, l’acquisizione della quota di maggioranza del gruppo petrolchimico saudita Sabic dal Fondo sovrano saudita Public Investment Fund, che viene valutata 69,1 miliardi di dollari.

E’ quindi la prima volta che Aramco svela i propri risultati da quando è stata nazionalizzata alla fine degli anni’70. L’operazione di acquisizione del 70% di Sabic verrà gestita per la maggior parte con denaro proprio e per il resto tramite titoli di debito emessi sul mercato. L’operazione dovrebbe concludersi nel 2020 e Aramco consoliderà la società chimica nel proprio bilancio lo stesso anno.

Le agenzie Fitch e Moody’s hanno assegnato ad Aramco il quinto livello più alto di investment grade, al pari di quello riconosciuto al debito sovrano saudita, ma inferiore alle major petrolifere ExxonMobil, Shell e Chevron. Il gruppo è tra i principali finanziatori del Regno saudita e secondo Moody’s il gruppo ha registrato un flusso di cassa di 121 miliardi di dollari, 35,1 miliardi di spese in conto capitale, e versato 58,2 miliardi in dividendi al governo saudita nel 2018.

Il colosso petrolifero ha anche in programma la propria quotazione sul mercato, attualmente posticipata al 2021. E dunque l’acquisizione della maggioranza del gruppo chimico e la successiva Ipo saranno le pietre miliari nell’agenda economica del principe saudita Mohammed bin Salman per liberare il paese dalla dipendenza dagli idrocarburi.

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