Impiegati statali: meno travet, più anziani e più laureati

Un ufficio pubblico: scartoffie sui tavoli e impiegati statali lavorando col computer
Un ufficio pubblico con impiegati statali lavorando col computer.

ROMA. – Cala il numero dei travet (-250mila dal 2008 al 2017) anche se una quota dovrebbe essere reintegrata con nuovi concorsi. La discesa è comunque meno rapida rispetto ai primi anni del blocco del turn over. La spesa resta comunque consistente: circa 156 miliardi. Tra i dipendenti che risultano pagati peggio risultano quelli della scuola: le retribuzioni erano più alte nel 2008: 29.280 euro in media contro una media nel 2017 pari a 28.440 euro e una perdita di oltre 800 euro.

I dati diffusi dalla Ragioneria generale dello Stato con il Conto annuale si spiegano con la stretta sull’accesso alla pensione che ha tenuto al lavoro il personale più anziano. Nel 2017 – si legge nel Conto annuale – il personale pubblico ha raggiunto i 3,2 milioni di unità con un lievissimo calo sul 2016. Ma se si guarda al dato a parità di enti (esclusi quindi quelli acquisiti in questi anni) il personale arriva a 3,18 milioni con un calo di 257.000 unità (-7,5%) sul 2008.

L’età media del personale è cresciuta di oltre sette anni tra il 2001 e il 2017 e ormai supera largamente i 50 anni (50,6). L’età media più alta è nel comparto ministeri (54,9 anni con un aumento di oltre 9 anni dal 2001) mentre quella più bassa è nelle Forze armate (38,6) anche se con un aumento di quasi nove anni dall’inizio del secolo (era di 29,8 anni nel 2001).

Nella scuola l’età media è di 52,3 anni, con le insegnanti che sono tra le più vecchie in Europa. La spesa complessiva per il personale della pubblica amministrazione nel 2017 è stata di 160,1 miliardi di euro con un aumento dello 0,2% sull’anno precedente e un calo del 4,6% sul 2008. Se si guarda alla spesa a parità di enti rispetto al 2008 si è avuto un calo del 7% arrivando a 156,1 miliardi. La spesa è aumentata rispetto all’anno scorso per la scuola (+1,7%) che però registra un calo del 9% sul 2008.

La scuola è il settore con le retribuzioni medie più basse (28.440 euro annui, inferiori a quelle dei ministeri) e con un calo rispetto al 2008 di oltre 800 euro. Il settore con oltre 1,1 milioni di lavoratori è quello più rilevante in termine di occupati e l’andamento delle retribuzioni è legato a un turn over più alto rispetto agli altri comparti. I nuovi entrati hanno retribuzioni in media più basse e riducono la media complessiva.

La spesa del personale si è ridotta soprattutto per le Regioni e le autonomie locali, escluse quelle a statuto speciale (-3,2% sul 2016, – 21,6% rispetto al 2008) e per il Servizio sanitario nazionale (-0,1% sull’anno scorso, -4,1% sul 2008). La retribuzione media dei dipendenti pubblici è di 34.491 euro ma il valore cambia molto a seconda dei comparti passando dai 28.440 della scuola ai 137.294 medi della magistratura (in aumento di 11.000 euro sul 2008).

Insieme alla scuola sono sotto i 29.000 euro in media i dipendenti delle autonomie locali (28.632) mentre tra gli stipendi più sostanziosi ci son o i dipendenti che fanno la carriera prefettizia e quelli delle autorità indipendenti con una media che supera i 90.000 euro. La riduzione del personale ha riguardato esclusivamente gli uomini (-11,75% tra il 2007 e il 2017 ) mentre per le donne il numero è rimasto sostanzialmente stabile (sono nel 2017 il 57% del totale).

A fronte della riduzione del personale è invece cresciuto in modo significativo il numero dei laureati (+24%). Tale aumento è stato più elevato per il genere femminile (+36%) rispetto a quello maschile (+21%). I dipendenti pubblici con la laurea sono oltre il 32% tra gli uomini e quasi il 45% tra le donne.

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