Corte Ue: “La lingua italiana non può essere discriminata nei concorsi Ue”

Una bambina scrive sulla lavagna: Italiano, la dolce lingua
Italiano, la dolce lingua

BRUXELLES. – La lingua italiana o spagnola non possono essere discriminate nelle procedure di selezione del personale delle istituzioni Ue. Lo ha confermato la Corte di giustizia europea, che in due sentenze odierne ha stabilito che non ci possono essere disparità di trattamento fondate sulla lingua nei concorsi Ue. Queste, infatti, possono essere ammissibili solo se ci sono reali esigenze che devono essere motivate in modo chiaro e in base a criteri oggettivi.

I giudici si sono espressi in merito a un caso portato in giustizia dalla Spagna su un concorso per autisti da parte del Parlamento europeo, dove le lingue disponibili erano solo inglese, francese e tedesco, e a un altro caso aperto dall’Italia su un concorso generale a cui il Tribunale Ue aveva già dato ragione ma contro cui la Commissione ha fatto ricorso.

Lussemburgo ha quindi deciso di annullare l’invito a manifestazione di interesse per la mansione di autista, ritenendo che per svolgere il lavoro non sia necessario parlare inglese, francese o tedesco. I giudici hanno poi respinto anche il ricorso di Bruxelles contro la decisione del Tribunale che dava ragione dell’Italia, ritenendo che “le più alte qualità di competenza, efficienza e integrità di un candidato sono indipendenti dalle conoscenze linguistiche, dato che quest’ultime sono il mezzo per dimostrare le prime”.

L’Ufficio europeo di selezione del personale, anche se non è tenuto a comunicare in una lingua scelta a piacere dal candidato, deve però giustificare la sua scelta di un numero ristretto di idiomi, cosa che però non ha fatto.

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