Gialloverdi preparano le Europee, ma nodo crescita e manovra

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante l'apertura degli Stati generali dell'editoria. Governo gialloverdi
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante l'apertura degli Stati generali dell'editoria, Roma, 25 marzo 2019. ANSA/ETTORE FERRARI

ROMA. – Una calma apparente aleggia su Palazzo Chigi a 48 ore dalle elezioni in Basilicata. Il voto ha certamente lasciato il segno su tutti gli attori in campo ma, complici le assenze di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio (volato negli Usa) il Consiglio dei ministri-lampo del pomeriggio non registra alcun attrito. Le scintille, tra M5S e Lega, sono “altrove”: sul terreno dei diritti sociali e civili, dove il leader M5S continua la sua narrazione anti-leghista, o sull’amministrazione Raggi, tornata nel mirino di Salvini con tanto di piccata reazione pentastellata.

Il rischio, per il governo, è che si andrà avanti così fino al 26 maggio. Ovvero fino a quella tornata delle Europee dopo la quale, nei corridoi dei Palazzi romani, si prevede tempesta. E, la preoccupazione, nelle ultime ore, è salita fino al Colle dove hanno ben presente il pericolosissimo incrocio che potrebbe verificarsi già prima dell’estate: quello di un governo sull’orlo delle elezioni anticipate con la necessità di fare una manovra-monstre per mettere in regola dei conti che, finora, non danno segnali positivi.

Proprio sulla manovra si concentra già l’attenzione del Quirinale, dove si registrano da mesi le preoccupazioni delle principali istituzioni finanziarie, che segnalano come ciò che è stato promesso dal governo con la finanziaria 2019 andrà realizzato nel prossimo autunno. E’ naturale, quindi, che la tenuta del governo sia monitorata con attenzione, sia per la tempistica di un’eventuale crisi (se avvenisse a giugno si dovrebbe votare a settembre), sia per l’assenza di un’alternativa “tecnica” all’orizzonte.

Anche per questo, dal giorno dopo le Europee, le mosse di Di Maio, e soprattutto di Salvini, saranno decisive. Per ora, il governo, si appresta a dare l’ok definitivo al decretone e prova a rispondere alle sollecitazioni estreme sui conti con un dl crescita che, venerdì, potrebbe vedere la luce. E se il premier Giuseppe Conte riuscirà a evitare una manovra correttiva ad aprile, MS5 e Lega potranno dedicarsi, con meno ombre alle spalle, alle Europee.

Del resto, la campagna sembra già iniziata a suon di botta e risposta tra i due vicepremier, che oggi investono anche il tema sensibile dell’aborto. Scintille che giungono fino al Tevere. Salvini, nel giorno in cui il Papa visita il Campidoglio, torna infatti ad attaccare la sindaca Virginia Raggi (“il Papa è andato per benedirla?) e ad ironizzare sulla situazione dei rifiuti scatenando la reazione del Movimento “romano”, da Paola Taverna a Francesco Silvestri. “Saranno i romani a decidere se Raggi ha fatto bene, non Salvini”, sintetizza il ministro Riccardo Fraccaro.

Il rischio, però, è che il battibecco continui fino al 26 maggio. Nel frattempo, per Salvini ci sono alcune tappe cruciali da percorrere. Innanzitutto il vicepremier dovrà scogliere il nodo del candidato del centrodestra in Piemonte, dove Alberto Cirio, voluto da Berlusconi, continua a non convincere la Lega. Quindi, per Salvini, comincerà la campagna per le Europee vera e propria. A metà aprile, quando il leader leghista dovrebbe riunire a Roma gli alleati Ue di quel manifesto “sovranista” con il quale Salvini vuole rivoluzionare la futura commissione Ue.

(di Michele Esposito/ANSA)

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