Via a Europarlamentarie M5s, tra nomi storici e laureati

Screenshot del sito web del M5S dove candidarsi per le Europarlamentarie.
Screenshot del sito web del M5S dove candidarsi per le Europarlamentarie.

ROMA. – Una legenda ad hoc per classificare gli “skill” di ogni candidato caratterizza le liste dei circa 2.600 candidati al primo step delle Europarlamentarie. I vertici del Movimento danno infatti il via al percorso che, nel giro di un paio di settimane, potrebbe portare alle liste definitive con cui Luigi Di Maio prova a recuperare terreno sulla Lega tenendosi per sé il “potere” di decidere chi saranno i capilista. Con un’incognita, che ancora pende sul Movimento: il ruolo che avrà Alessandro Di Battista nella lunga corsa per il 26 maggio.

Per ora, si punta tutto sui “laureati”. Oltre il 70% dei candidati, esulta il blog, possiede infatti una laurea. E, nella compilazione delle liste, è visibile quel sistema di meriti annunciato dal Movimento per la selezione. Il primo step vedrà il voto su Rousseau degli iscritti su base regionale. Poi si passerà alla sessione del voto per circoscrizione, alla quale i candidati accederanno con i voti presi nella propria Regione “oscurati”.

Nel frattempo, avverte il blog, saranno effettuati controlli ancor più “capillari” sui profili: il rischio di fedine penali sporche è dietro l’angolo. Ciascun profilo si accompagna con la legenda dei meriti: la laurea, le menzioni speciali, la partecipazione ad almeno un evento Open Rousseau, la conoscenza dell’inglese di livello B2 o superiore, esser stato volontario a eventi M5S o rappresentante di lista, essere portavoce del Movimento o avere un alto livello di specializzazione. E, l’ordine delle candidature segue il numero di “skill” associato a ciascun candidato.

Con qualche sorpresa, come quella di Filippo Nogarin, sindaco uscente di Livorno che, nelle liste per la Toscana, è piuttosto in fondo aveno “solo” due skill. Da una primissima visione delle candidature, spuntano europarlamentari uscenti, attivisti storici, esponenti che, nelle passate elezioni locali o nazionali, non ce l’hanno fatta. Come nel caso della giuliana Viviana Dal Cin, prima non eletta alla Camera e indicata alle Regionali del Friuli Venezia-Giulia come assessore al Bilancio M5S. O come nel caso di Silvia Malevindi, già candidata a Ventimiglia, e Enrico Petrocchi, in campo in passato per il Comune di Genova.

Nel Lazio tornano a correre Fabio Massimo Castaldo e Fabio Tamburrano, in Calabria cerca una riconferma Laura Ferrara mentre in Valle d’Aosta tocca a attivisti conosciuti soprattutto localmente come Daniele Cucinotta o Piero Puozzo. In Sicilia, tra le Regioni a più forte trazione pentastellata, emerge qualche escluso “eccellente” come Antonella Di Prima, già candidata alle Europee ma negli ultimi mesi contraria a molte scelte dei vertici; o come Alessandro Cacciato, “guru” delle start-up.

C’è, invece, l’ex Iena Dino Giarrusso, assieme a imprenditori (Gianluca Maria Calì), uscenti (Ignazio Corrao) e a una pletora di collaboratori di esponenti M5S. “Solo da noi succede questo”, è l’endorsement al metodo di selezione che arriva da Di Maio dagli Usa, dove il leader M5S avrà un tour di incontri tra “big” della Silicon Valley ed esponenti dell’amministrazione Trump. Un modo, per Di Maio, per riaffermare la sua leadership all’esterno ma anche all’interno del Movimento. E per riavvicinarsi a quegli Usa rimasti a dir poco irritati dal Memorandum sulla Via della Seta.

(di Michele Esposito/ANSA)

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