Schiaffo a Mueller, maxi sconto di pena per Manafort

Un primo piano del procuratore generale Robert Mueller durante il giuramento.
Il procuratore generale Robert Mueller

WASHINGTON. – Rischiava da 19 a 24 anni di carcere, ma il giudice gliene ha dati meno di quattro. Fa discutere il maxi sconto di pena concesso a Paul Manafort, ex responsabile della campagna elettorale di Donald Trump nel 2016. E, al momento del verdetto in aula, i volti scuri degli uomini del team di Robert Mueller la dicono lunga sull’umore degli uffici del procuratore speciale che indaga sul Russiagate.

Non è difficile immaginare che vivano la decisione come un vero e proprio schiaffo. Un colpo che rischia, se non di minare, di gettare ombre su tutto il loro lavoro. Esulta invece il presidente americano, ma finendo ancora una volta nella bufera. Tutti i principali media lo accusano infatti di aver ‘manipolato’ le parole del magistrato che ha deciso la sorte di Manafort.

Prima su Twitter e poi parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha sostenuto come il giudice T.S.Ellis abbia affermato come non ci sia alcuna collusione tra la campagna del presidente e la Russia. “La solita mistificazione”, denunciano gli avversari del tycoon, sottolineando come in realtà il magistrato abbia semplicemente detto che il caso che lo ha riguardato nulla aveva a che fare con i reati indagati nel Russiagate. Manafort è stato infatti condannato per frode fiscale e bancaria per la sua attività di consulente politico. Non ha dichiarato al fisco milioni di dollari guadagnati con l’ex governo filo-russo dell’Ucraina, non ha rivelato i suoi conti all’estero e ha ingannato diverse banche.

“Reati molto gravi”, ha affermato Ellis, che però ha giustificato lo sconto di pena record con l’età del condannato, 70 anni, l’assenza di precedenti penali e soprattutto le sue condizioni di salute. Manafort soffre di gotta e si è presentato in aula su di una sedia a rotelle con un piede vistosamente fasciato. Con un filo di voce ha letto a fatica la dichiarazione preparata dai suoi avvocati: “Dire che mi sento umiliato e che mi vergogno è estremamente riduttivo”.

Un’immagine che stride con quella di uomo di potere senza scrupoli. E che stride anche con il ritratto che di lui hanno fatto gli uomini di Mueller: “Aveva promesso di cooperare sul Russiagate e dopo oltre 50 ore di colloqui non solo non ha dato mai informazioni nuove ma ha anche mentito”. Insomma, “recidivo e impenitente, senza alcun rimorso per i reati compiuti”.

Avendo già passato nove mesi in carcere Manafort dovrà scontare di fatto meno di tre anni. Ma la prossima settimana è atteso il verdetto per gli altri capi di accusa per i quali l’ex consigliere di Trump è stato condannato, a partire dal reato di cospirazione, con il rischio di una pena fino a 10 anni. “Mi sento male per lui”, ha commentato ancora Trump, che più volte ha ipotizzato un provvedimento di grazia presidenziale per colui che è stato ed è forse rimasto uno dei suoi uomini più fedeli.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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