Bocciata lista Ue dei Paesi ad alto rischio riciclaggio

Bandiere dell'Europa sventolano di fronte alla sede del Consiglio d'Europa.
Bandiere dell'Europa sventolano di fronte alla sede del Consiglio d'Europa. (ANSA)

BRUXELLES. – Bocciata all’unanimità. Gli Stati membri dell’Unione europea hanno respinto al mittente l’elenco di 23 Paesi terzi ad “alto rischio” di riciclaggio e finanziamento del terrorismo proposto dalla Commissione europea. La giustificazione ufficiale del Consiglio europeo indica “problemi di metodo e mancanza di trasparenza nella messa a punto della black-list”, ma più fonti diplomatiche raccontano di un’intensa attività di lobby degli sceicchi di Riad e dell’amministrazione Usa, che nelle ultime settimane hanno “fuso i telefoni” delle cancellerie europee.

Tra i Paesi che figurano nella lista presentata dall’esecutivo comunitario alcune settimane fa, ci sono Arabia Saudita, Tunisia, Afghanistan, Iran, Iraq, Panama, Etiopia, Libia, Nigeria, Bahamas e Isole Vergini americane. “Sono delusa per questa decisione, ma non mi arrendo”, ha reagito il commissario europeo alla Giustizia Vera Jurova, responsabile del lavoro, aggiungendo: “C’è da chiedersi che cosa non sia piaciuto in concreto agli Stati membri, perché ci siamo consultati con loro sul metodo, ed il processo seguito è stato molto trasparente”.

“Deploriamo che il Consiglio Ue, senza discussioni a livello politico, si sia opposto a questa misura”, ha affermato il portavoce dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas, mentre il commissario agli Affari interni Dimitris Avramopoulos ha messo in guardia: “Non c’è spazio per le attività di lobby nelle istituzioni europee, ed in particolare alla Commissione”.

Il ministro romeno Carmen Dan, presidente di turno del Consiglio Ue, ha però insistito nel giustificare il no dei 28 con la “mancata trasparenza nella procedura”. Ma sono le indiscrezioni dei diplomatici a chiarire cos’è successo. “Se l’elenco fosse stato inattaccabile da un punto di vista del metodo”, il pressing dei sauditi e di Washington “che effettivamente è stato intenso” non avrebbe comunque portato ad una bocciatura così, evidenzia una fonte.

Altre due fonti sottolineano che “alcune relazioni confidenziali sui Paesi che figurano sull’elenco citavano informazioni tratte da Wikipedia, o molto datate”, e che la consultazione con i Paesi Ue sarebbe avvenuta solo a livello tecnico. “Sono stati usati pesi e misure diversi nelle valutazioni, altrimenti non si spiegherebbe perché nell’elenco non figurino la Serbia o la Russia”, ha osservato una quarta fonte. E c’è chi dice: “La Commissione ha avuto troppa fretta. Voleva chiudere questo dossier prima del voto delle europee, ed ha fallito”.

Ma l’Esecutivo Ue difende il lavoro: “E’ stata condotta una valutazione accurata, basata su una metodologia solida. E’ stato assicurato il più alto livello di trasparenza anche nel percorso per stabilire la lista”. Ora sta al Parlamento europeo adottare la sua posizione. L’appuntamento è per martedì prossimo, alla plenaria dell’Eurocamera.

(di Patrizia Antonini/ANSA)

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