Occupazione sale a gennaio, ma meno posti fissi per le donne

Donne lavorando di fronte a un computer. Occupazione
Donne lavorando di fronte a un computer. (Photo by Oli Scarff/Getty Images)

ROMA. – Donne e giovani rimangono due fronti deboli sul fronte del lavoro. L’occupazione aumenta lievemente in gennaio ma non per le donne, che registrano un passo indietro: nel mese, ha calcolato l’Istat – gli occupati complessivi sono aumentati di 21.000 unità su dicembre (+0,1%) ma se per gli uomini si è avuto un aumento di 27.000 unità per le donne si è registrata una riduzione di 6.000 unità. Rispetto a gennaio 2018 si è avuto un aumento complessivo di 160.000 occupati con una prevalenza di uomini (+101.000 unità pari a un +0,8%) mentre le donne occupate sono aumentate di 59.000 unità (+0,6%).

C’è un dato positivo sul tipo di occupazione con 56.000 lavoratori dipendenti a tempo indeterminato in più su dicembre (ma solo 29.000 in più rispetto a gennaio 2018) mentre si riduce sia il lavoro a termine che quello indipendente. Rispetto a gennaio 2018 gli indipendenti restano sostanzialmente stabili (+6.000) mentre i dipendenti a termine crescono di 126.000 unità. Se si guarda all’età degli occupati si conferma la crescita dei lavoratori nella fascia più anziana.

A fronte di 160.000 occupati in più nel complesso su base annua sono 250.000 gli over 50 in più (grazie alla stretta sulle regole di accesso alla pensione, in attesa di Quota 100 nel 2019 sono comunque scattati gli aumenti dell’età per la pensione legati all’aspettativa di vita) mentre tutte le altre fasce di età hanno un segno meno. Su base mensile a fronte di 21.000 occupati in più nel complesso si registrano 18.000 occupati in più tra gli over 50, 21.000 in più per la fascia tra i 25 e i 34 anni e dati negativi per la altre due fasce.

Il tasso di disoccupazione complessivo resta al 10,5%, stabile rispetto a dicembre e in calo di 0,6 punti su gennaio 2018. Il dato è il peggiore in Europa dopo la Grecia e la Spagna. L’Italia fa invece peggio anche della Spagna sulla disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni): il tasso sale al 33% a fronte di quello spagnolo fermo al 32,6%. La situazione nel mercato del lavoro per i giovani resta difficile per i giovanissimi ma anche per la fascia tra i 25 e i 34 anni che con 4,02 milioni di occupati ne registra due milioni in meno rispetto a 15 anni fa e quasi nove punti in meno di tasso di occupazione.

Gli occupati tra gli over 50 sono oltre 8,5 milioni con una crescita in 15 anni di 3,7 milioni di unità. Il tasso di occupazione complessivo è al 58,7%, stabile su dicembre e in aumento di 0,6 punti su gennaio 2018. Per le donne il tasso di occupazione è al 49,6%, in lieve calo sul mese precedente (-0,1 punti) ma in crescita rispetto a un anno prima (+0,3 punti).

Dal Governo commentano i dati Istat sottolineando che “il decreto Dignità risponde a bisogni. Il mercato del lavoro italiano – afferma il sottosegretario al Lavoro Claudio Cominardi – trae giovamento dalle misure messe in campo dal Governo. Il decreto Dignità continua a rispondere al bisogno di certezze invocato dai cittadini italiani. Oggi l’Istat aggiunge che a inizio anno abbiamo avuto 35.000 lavoratori in meno a termine e autonomi e questo non può che gratificarci e spingerci ad andare avanti nel garantire più stabilità e diritti alle persone, il vero motore del Paese”.

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