Servizi segreti: “E’ allarme razzismo, rischio aumento verso europee”

Alla manifestazione con cartelloni"C'è solo una razza: quella umana"
In Duomo vestiti di rosso per dire stop al razzismo

ROMA. – Spunta il razzismo, accanto al terrorismo, alle mafie ed agli attacchi cyber, tra le minacce alla sicurezza nazionale prese in considerazione dall’intelligence nell’annuale relazione al Parlamento presentata dal premier Giuseppe Conte e dal direttore del Dis, Gennaro Vecchione. L’attivismo “di impronta marcatamente razzista e xenofoba” della destra radicale – è l’allarme degli 007 – potrebbe intensificarsi in vista delle prossime elezioni europee di maggio.

E sul voto europeo è scattato il monitoraggio dei servizi per le possibili interferenze o condizionamenti attraverso campagne di disinformazione sui social. La relazione segnala inoltre la minaccia jihadista che non conosce flessioni, con il fenomeno dei ‘radicalizzati in casa’ da tener d’occhio. Il panorama dell’ultradestra, evidenzia l’intelligence, si caratterizza per una “pronunciata vitalità”, con strategie di inserimento nel tessuto sociale che hanno fatto leva su iniziative propagandistiche e di protesta, soprattutto in alcune periferie, centrate sull’opposizione agli immigrati.

Questo attivismo si è accompagnato “ad una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri” che ha ispirato episodi squadristi e “potrebbe conoscere un inasprimento” con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale.

Ma il voto di maggio è all’attenzione degli 007 non solo per l’allarme razzismo. Così come era avvenuto prima delle politiche dello scorso anno, infatti, già da novembre – nell’ambito delle attività di cyber-sicurezza – l’intelligence ha attivato “un esercizio ad hoc teso a cogliere – all’interno del perimetro definito dal quadro normativo vigente – eventuali indizi di influenza, interferenza o condizionamento del processo elettorale del 4 marzo”.

Si tratta in pratica di una task force di esperti cyber che ha il compito di monitorare la rete alla ricerca di possibili tentativi – da parte di attori statuali o di altro tipo – di ‘inquinare’ il dibattito politico. Le campagne di disinformazione, attuate prevalentemente tramite l’uso dei social network, sottolinea infatti la Relazione, “rappresentano uno degli strumenti attraverso cui attori ostili tentano di orientare l’opinione pubblica, interferendo finanche con processi fondamentali per la vita democratica, come le elezioni”.

Il documento dei servizi dedica poi ampio spazio alla minaccia jihadista, che anche per il premier Conte “non può considerarsi esaurita. Abbiamo motivi per tenere molto alta la guardia”. I motivi li elenca la Relazione, che parla di “numerose allerte su pianificazioni terroristiche da realizzare contro obiettivi occidentali”. La propaganda è incessante ed invita a colpire con armi non tradizionali, come droni carichi di esplosivo da lanciare verso “eventi di massa o centri commerciali”.

L’attenzione degli apparati italiani è concentrata in particolare sul fenomeno dei ‘radicalizzati in casa’, un bacino “sempre più ampio e sfuggente” che richiede un attento monitoraggio per cogliere segnali del possibile passaggio “dalla radicalizzazione all’attivazione violenta”. E controlli ci sono anche sui foreign fighter partiti per la Siria o l’Iraq, a vario titolo collegati con l’Italia: sono 138. Attraverso i canali migratori potrebbero poi arrivare soggetti a rischio e per questo preoccupano gli ‘sbarchi occulti’ le traversate effettuate con mezzi veloci per evitare di essere intercettati in mare e controllati all’arrivo.

Non mancano poi le minacce alla sicurezza economica del Paese. Da parte di operatori esteri sono state infatti registrate “iniziative tese ad esfiltrare tecnologia e know-how” italiani o a “conquistare nicchie di mercato pregiate, come pure una persistente esposizione delle imprese italiane ad iniziative di spionaggio industriale”.

(di Massimo Nesticò e Matteo Guidelli/ANSA)

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