Amarcord: un giorno come oggi moriva il pilota italo-venezuelano Chimeri

Ettore Chimeri appoggiato alla sua vettura alla partenza di un Grand-prix
Ettore Chimeri era nato a Lodi il 4 giugno del 1924. foto cortesia

 CARACAS – Una volta il mito del mondo dei motori, Enzo Ferrari disse: “Una macchina è come una figlia, quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola”.

C’era un pilota che sicuramente avrebbe descritto la sua monoposto nello stesso modo del “drake”, stiamo parlando dell’italo-venezuelano Ettore Chimeri.

Nato a Lodi il 4 giugno del 1924, appena ventenne emigrò con la famiglia in Venezuela e gareggiò con nazionalità della terra di Bolívar, diventando il primo pilota in Formula 1 sotto quelle insegne. Prima di approdare nel paese caraibico, sembra che durante la Seconda Guerra mondiale, Chimeri fu pilota dell’Aeronautica Italiana nella Campagna dell’Africa Orientale Italiana.

In Venezuela si formò come pilota ed rappresentò il paese in giro per il mondo. Nel 1955, era tra i protagonisti del primo Grand Prix del Venezuela, e così ne diventò il pioniere in questo sport. Nel GP che aveva come tracciato Los Proceres a Caracas, Chimeri dovette alzare bandera bianca a causa di un problema meccanico sulla sua Ferrari 500 Mondiale. Per la cronaca, il vincitore di quel Grand Prix fu l’argentino Juan Manuel Fangio. Pochi anni dopo, il pilota italo-venezuelano acquistò per 7.000 bolivares la Maserati 250F con cui Fangio vinse il mondiale nel 1957. Nel 1958, a bordo di una Ferrari GT, diventa campione del Venezuela.

Con la monoposto che era stata di Fangio, Chimeri, partecipò al Gran Premio dell’Argentina nel 1960, alla prova si qualificarono soltanto 14 piloti su 22 iscritti. Ma a causa delle elevate temperatura dovette arrendersi, questa volta a fermare il pilota di origine lombarda non fu per un problema meccanico, ma per disidratazione.

Morì due settimane dopo durante le prove per il Gran Premio Libertad nella categoria vetture sport all’aeroporto militare di Camp Freedom, L’Avana. La sua Ferrari finì contro le barriere e poi cadde in un burrone di oltre 40 metri. Uscì vivo, ma non riuscì a riprendersi delle ferite subite nell’incidente. Ettore Chimeri morí all’età di 38 anni.

Nella foto a sinistra Chimeri insieme a Fangio. Foto cortesia famiglia Chimeri

Chimeri, insieme a Pietro Drogo (nato a Vignale Monferrato, in provincia d’Alessandria l’8 agosto 1926) saranno ricordati come i primi due piloti ad aver rappresentato il Venezuela nel mondiale di Formula 1. Entrambi erano italo-venezuelani.

Dopo di lui, la terra di Bolívar ha dovuto attendere 23 anni per rivedere un suo rappresentante in un GP del grande circus. Nel 1983 ci fu l’esordio nella massima serie del mondo dei motori dell’italo-venezuelano Johnny Cecotto e poi nel 2011 di un’altro pilota di origine italica, il maracayero Pastor Maldonado Motta.

(di Fioravante De Simone)

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