Influenza, quasi cento morti e sei milioni di casi

A letto con l'influenza guardando il termometro e con una tazza di the in mano.
A letto con l'influenza.

ROMA. – Dopo aver toccato il picco della circolazione, il virus influenzale batte in ritirata, ma la conta delle vittime aumenta. Salgono a 95, dall’inizio della stagione, le persone morte a causa di complicanze legate all’influenza. Mentre gli italiani allettati sono finora 6 milioni, già un milione in più rispetto a quelli stimati. A fare il punto è il Sistema di Sorveglianza Epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss).

Nell’ultima settimana monitorata (11-17 febbraio 2019) sono stati circa 663.000 i contagi, in calo rispetto ai 771.000 della precedente, ma la circolazione del virus si mantiene a un livello di incidenza di media intensità (11 casi per mille assistiti). La proporzione dei casi gravi rispetto al totale è però quest’anno abbastanza alta, circa uno su 1000: da ottobre 2018 sono stati infatti 516 le persone con influenza ricoverate in terapia intensiva a causa di complicanze di tipo respiratorio acuto, tra cui anche 7 donne in gravidanza e 95 deceduti.

“Ciò – chiarisce Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss – è dovuto al fatto che quest’anno ha girato soprattutto l’H1N1, il virus di origini suine che aveva provocato la pandemia del 2009 e che è particolarmente aggressivo, soprattutto per gli anziani”.

Il 62% dei casi gravi è di sesso maschile e il 91% over 50 anni. L’82% aveva almeno una condizione di rischio preesistente, come diabete, tumori, malattie cardiovascolari o respiratorie croniche. In 8 casi su 10, non erano vaccinati. “Questo significa – prosegue Rezza – che si tratta di complicanze e decessi per lo più evitabili con il vaccino antinfluenzale: poiché, anche nei rari casi in cui non impedisce il contagio, comunque fa sì che sia meno aggressivo”.

Complessivamente, gli allettati dal virus da inizio stagione sono ormai quasi 6 milioni, un numero ben maggiore rispetto ai 5 milioni stimati inizialmente. “Questo conferma che le previsioni a inizio stagione sono inattendibili proprio in virtù della capacità del virus di mutare e circolare”, precisa l’esperto.

La stagione, ricorda Rezza, “è iniziata a rilento rispetto allo scorso anno. Al ritorno dalle vacanze natalizie abbiamo avuto un’accelerata che ha portato al picco di contagi a inizio febbraio. Il numero di casi totali a fine stagione sarà intorno ai 7 milioni, comunque inferiore rispetto agli 8 registrati lo scorso anno”.

(di Livia Parisi/ANSA)

Lascia un commento