Moody’s taglia le stime Italia: Pil 2019 tra zero e 0,5%

Una donna anziana con un bastone e un bicchiere per l'elemosina pasa davanti ad una sfera con la scritta ''crisi '' a Torino in una foto di archivio. Moody's
Una donna anziana con un bastone e un bicchiere per l'elemosina pasa davanti ad una sfera con la scritta ''crisi '' a Torino in una foto di archivio ANSA / ALESSANDRO DI MARCO

BRUXELLES. – Nuova conferma della recessione tecnica in cui è finita l’Italia nell’ultimo trimestre 2018, e nuova revisione al ribasso delle stime di crescita per il 2019. Non sono buone notizie quelle che arrivano da Eurostat e da Moody’s, ma si aggiungono a un quadro ormai già definito da settimane: l’Eurozona rallenta, la Germania resta al palo, e l’Italia consolida la sua posizione di fanalino di coda dell’Ue.

I dati del quarto trimestre 2018 diffusi da Eurostat fotografano una situazione già nota per l’Italia. Il Pil è calato dello 0,2%, dopo il -0,1% del terzo trimestre, facendola scivolare nella cosiddetta ‘recessione tecnica’ che si registra dopo due mesi consecutivi di rosso. La Germania è invece riuscita ad evitare la stessa situazione di un soffio, grazie ad una crescita che resta invariata sui tre mesi precedenti, che le ha evitato il nuovo segno meno dopo quello del terzo trimestre (-0,2%).

Ma è tutta l’Eurozona che rallenta: la crescita si ferma, nell’ultimo trimestre come in quello precedente, a 0,2%. L’Austria cala a 0,2%, la Francia e il Belgio confermano lo 0,3%, il Portogallo arriva allo 0,4%. E l’Italia si conferma l’unico segno meno della Ue.

Anche sulle prospettive del 2019 continuano ad arrivare conferme della difficile congiuntura che attraversa l’Italia. L’agenzia di rating Moody’s ha rivisto la sua stima di crescita dell’1,3%, portandola sotto l’1%, “probabilmente un valore tra 0 e 0,5%”, ha detto Kathrin Muehlbronner, lead analyst per l’Italia di Moody’s.

Quanto al rating, abbassato lo scorso ottobre, “abbiamo un outlook stabile, copre un arco di 12-18 mesi e non vediamo cambiamenti”, ha aggiunto sottolineando che “abbiamo assunto una crescita bassa, per un paio di anni al massimo, e sotto 1%. Il deficit invece, prosegue, si dovrebbe fermare al 2,5% sia quest’anno e che l’anno prossimo.

Il problema, spiega l’analista, è che si parte dall’assunto che “l’Italia ha bisogno di riforme, dalla pubblica amministrazione al mercato del lavoro, dalla competitività al sistema giudiziario e ne ha bisogno da molto tempo”. E “non c’è nulla dell’agenda di riforme governo che cambia qualcosa sulle prospettive di crescita dell’Italia”.

Anche quelle positive, come quella della Lega su semplificazione delle tasse, e il piano di investimenti, non cambiano l’outlook. Inoltre, c’è “un significativo rischio di elezioni anticipate” e il rischio politico è difficile da ‘prezzare’. Moody’s comunque non vede un rischio di contagio al resto dei Paesi europei.

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