CITTA’ DEL VATICANO. – La ricostruzione di un partito unico dei cattolici, stile vecchia Democrazia Cristiana, è esclusa ma l’impegno dei cristiani nella politica, con un coinvolgimento ampio, sinodale, e non ridotto alle sole elite, sembra quanto mai urgente.
L’appello arriva dalla prestigiosa rivista dei Gesuiti, La Civiltà Cattolica. “Sentimenti di paura, diffidenza e persino odio, del tutto alieni dalla coscienza cristiana, hanno preso forma tra la nostra gente – sottolinea il direttore, padre Antonio Spadaro – e si sono espressi nei social networks, oltre che nel broadcasting personale di questo o di quel leader politico, finendo per inquinare il senso estetico ed etico del nostro popolo”.
Da qui la necessità di un rinnovato impegno. Padre Spadaro stigmatizza poi senza mezzi termini la strumentalizzazione di simboli della fede: “Il potere politico – scrive – oggi ha anche ambizioni ‘teologiche’. Pure il crocifisso è usato come segno dal valore politico” e “adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio, a volte pure con la complicità dei chierici”.
E avverte, ancora, che il ‘nemico’ “non è più solamente la secolarizzazione” ma “è la paura, l’ostilità, il sentirsi minacciati, la frattura dei legami sociali e la perdita del senso di fratellanza umana e di solidarietà”. Una situazione che non può lasciare indifferente il mondo cristiano anche se, oggi, non si può “immaginare di risolvere la questione mettendo i cattolici tutti da una ‘parte’ (considerando tutti ‘gli altri’ dall’altra)”.
Concorda il confratello gesuita, padre Francesco Occhetta che in un’intervista a Jesus definisce un eventuale partito unico dei cattolici “del tutto anacronistico”. “Se invece parliamo della ricerca dell’unità nel pluralismo, della presenza pre-partitica dei cattolici e di un’offerta politica fatta da cattolici e aperta a chi vuole aderire, tutto questo mi sembra urgente”, sottolinea Occhetta che ha appena pubblicato un nuovo saggio intitolato ‘Ricostruiamo la politica. Orientarsi nel tempo dei populismi’ (San Paolo).
E sempre dai Gesuiti, da sempre considerati l’intellighenzia della Chiesa, arriva una ‘stoccata’ al reddito di cittadinanza. Padre GianPaolo Salvini, in una riflessione sui problemi irrisolti del Mezzogiorno, commenta: “C’è il rischio di ricadere nell’intervento assistenziale senza che il Reddito di cittadinanza consenta il reintegro, dal lato dell’offerta, di coloro che sono espulsi dal mercato del lavoro. Non si creano cioè realmente posti di lavoro e servizi sociali che possono migliorare la qualità della vita”.
(di Manuela Tulli/ANSA)