Dati Pd, Zingaretti al 48%. Scoppia il caso D’Alema

Massimo D'Alema
Massimo D'Alema

ROMA. – L’ombra di Massimo D’Alema torna ad aleggiare sul Pd, che finalmente riesce a fornire i dati del voto nei circoli per il nuovo segretario. Nicola Zingaretti ha ottenuto il 47,95%, Maurizio Martina il 36,53%, Roberto Giachetti l’11,23% e questi tre si sfideranno alle primarie del 3 marzo. Fuori dalla corsa Francesco Boccia con il 2,91%, Maria Saladino allo 0,71% e Dario Corallo allo 0,67%.

L’annuncio arriva da Gianni Dal Moro, presidente della Commissione Congresso, dopo ore di incertezza, ricorsi e guerra di cifre. Che non finiscono, visto che la mozione Boccia a caldo accusa: “Avete diffuso dati falsi!”. “L’affluenza sulla platea degli aventi diritto – ha detto Dal Moro – è stata del 50,43% pari a circa 190.000 votanti”, 189.023 per la precisione sui 374.786 aventi diritto. Zingaretti ha avuto 89.987 voti, Martina 68.548, Giachetti 21.080, Boccia 5.459, Saladino 1.332, Corallo 1.266. Bianche o nulle 1.351.

Numeri ancora ufficiosi, “perché attendiamo la risposta ai ricorsi presentati alle commissioni provinciali e regionali”, aggiunge. Ricorsi a pioggia in particolare sulla Sicilia, ma anche in altre regioni, un segno delle difficoltà del Pd anche a livello organizzativo e del peso dei ‘signori delle tessere’ locali. Si racconta di circoli dove il 100% degli iscritti ha votato Martina, ma nel Lazio ci sono casi di ‘cappotti’ di Zingaretti.

Umberto Marroni, delegato di Boccia, abbandona la Commissione congresso per protesta: “I dati che stanno facendo trapelare sull’affluenza sono assolutamente falsi”, dice l’ex deputato, preannunciando ricorsi anche in Campania e Calabria. L’interpretazione del risultato è aperta, a un mese dalle primarie nelle quali sarà necessario superare il 50% per essere eletto segretario senza passare dall’Assemblea nazionale.

Per Paola De Micheli, coordinatrice della mozione, Zingaretti é avanti di 12 punti, in testa in numero di voti anche sommando quelli di Martina e Giachetti. “La partita è apertissima”, ribatte il rivale più prossimo, Martina e “possiamo ancora vincere”.

Il terzo, Giachetti, al momento non sembra disposto a convergere su Martina. Anzi. Su questo Pd in difficoltà, con esponenti del partito che raccontano anche di riunioni di rappresentanti delle liste in cui si discuteva sulle percentuali da attribuire ai big, riesplode la bomba D’Alema.

“Speriamo che il congresso dia a Zingaretti la forza di aprire un nuovo corso politico – afferma l’ex ‘leader Maximo’ – credo che se c’è una svolta nel Pd si possa riaprire anche una prospettiva di dialogo a sinistra”. Apriti cielo: gli avversari del governatore del Lazio ne approfittano – con accenti diversi – per rinfacciargli l’intenzione di voler riportare i transfughi anti-renziani nel partito.

Non solo l’endorsement a Zingaretti, l’ex premier boccia anche “l’ammucchiata alle Europee”, “suicidio per la sinistra”. Insomma no al listone unitario di Carlo Calenda. “Non credo che sia all’ordine del giorno la ricomposizione di quello che siamo stati in passato”, commenta Zingaretti. Ma Giachetti attacca: “Se vince tornano loro e torna la ‘ditta’”, il Pd dominato dagli ex Ds. “Il nuovo corso del Pd e del centrosinistra – afferma Martina – si costruisce solo con una nuova generazione in campo e non certo guardando indietro”.

(di Luca Laviola/ANSA)

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