Intesa su stop trivelle. Ma la Lega avverte: “Basta con i No”

Trivelle in Adriatico.
Trivelle in Adriatico.

ROMA. – Arriva lo stop alle trivelle: un vertice notturno sancisce l’intesa fra M5S e Lega. Voluta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la riunione mette intorno a un tavolo oltre al premier, Luigi Di Maio, il ministro Riccardo Fraccaro ma non Matteo Salvini, che a marcare la distanza, anche fisicamente, preferisce partecipare via telefono. La Lega, dopo un lungo braccio di ferro, accetta un compromesso, convinta di aver salvato “migliaia di posti di lavoro”. Ma non nasconde l’irritazione per la vittoria del “partito dei no”, cui iscrive l’alleato di governo. Il Movimento però rivendica di aver agito per lo “sviluppo economico sano”.

La gestione del dossier sulle estrazioni di petrolio non è certo chiusa qui (il sindaco di Ravenna, territorio interessato, protesta e parla di “accordo disastroso”) ma non è comunque l’unico fronte polemico. Dal blog Beppe Grillo infatti se la prende con la stretta anti-Xylella, arrivata sempre con un emendamento al decreto Semplificazioni, che prevede il carcere per chi non rispetta le misure sulla distruzione delle piante infette. Così, accusa il comico e padre del M5S, la realtà si trasforma in un “film horror” dove si compiono scelte che “rappresentano un gravissimo precedente per la Democrazia”.

Tornando al caso trivelle, di cui il Senato è stato ostaggio per giorni, le estrazioni di petrolio – concordano dopo un estenuante muro contro muro gli alleati gialloverdi – vanno avanti ma costeranno di più e ci saranno dei paletti in attesa del Piano che il governo deve mettere in campo entro 18 mesi. Qualora però la valutazione risultasse negativa le concessioni potranno mantenere la loro efficacia solo fino alla scadenza senza possibilità di essere prorogate.

E’ lo stesso premier a intestarsi l’intesa e a spiegarne i primi dettagli con tanto di nota. Niente nuovi permessi, che siano di ricerca o di coltivazione, fa sapere Conte, in attesa del Piano “per la transizione energetica sostenibile”. E aumento di 25 volte dei canoni. A conti fatti, vuol dire un incremento rispetto ai costi attuali ma inferiore alle ambizioni dei 5S. E poi, come spesso accade nei casi controversi, ci sarà un tavolo permanente al ministero. Diminuisce anche, sostiene il governo nella relazione tecnica, il conto dei contenzioni (300 milioni circa).

Via libera anche a un emendamento sull’idroelettrico, che secondo il Pd è stato oggetto di “scambio” tra M5S e Lega: d’ora in poi le concessioni saranno regionalizzate, andando incontro alle richieste dei territori del Nord. Se le aziende impegnate nelle estrazioni sono impegnate a verificare le ricadute delle scelte di Esecutivo e Parlamento, il mondo del no profit invece tira un sospiro di sollievo: arriva il ‘congelamento’ del raddoppio dell’Ires per il terzo settore (approvato con la legge di Bilancio) in attesa della riforma delle agevolazioni fiscali. Esulta il Pd, che ha portato avanti una battaglia in commissione: “è una vittoria di civiltà”, scrive su Twitter il presidente dei senatori dem, Andrea Marcucci. Buone notizie anche per i familiari delle vittime di Rigopiano che ottengono 10 milioni.

Il decreto Semplificazioni, dalla storia tormentata fin dalla sua nascita, si avvia così verso l’approvazione (entro metà febbraio arriverà quella definitiva) mentre il Decretone incassa il via libera della Ragioneria e si prepara a fare il suo ingresso nella Aule parlamentari. Slogan a parte, dalla relazione tecnica emerge che per il reddito per il 20% va a famiglie di immigrati: sono 241mila nuclei con una spesa di 1,5 miliardi, ottantamila in più rispetto alle prime stime.

(di Chiara Scalise/ANSA)

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