Attentato Strasburgo: le prossime quarantott’ore saranno decisive per Antonio Megalizzi

Antonio Megalizzi, foto dal suo profilo Facebook.
Antonio Megalizzi, foto dal suo profilo Facebook.

STRASBURGO. – Le prossime 48 ore saranno “decisive” per Antonio Migalizzi, il giovane giornalista trentino vittima dell’attacco a Strasburgo. Le sue condizioni restano stazionarie, gravissime: “E’ irreversibile”, ha raccontato disperata la mamma all’europarlamentare Borghezio. Ma i medici si riserverebbero di valutare se poter procedere ad un intervento chirurgico che fino a ieri sembrava impossibile. Aprendo un flebile spiraglio di speranza.

La famiglia di Antonio, chiusa nel suo dolore, lo veglia giorno e notte nel reparto di chirurgia d’urgenza, al terzo piano dell’ospedale Hautepierre, mentre la direzione della struttura mantiene con la stampa un rigoroso riserbo. Divisi tra la disperazione ed una fiduciosa attesa, tutti confidano che possa cambiare il quadro clinico che “al momento resta quello del coma farmacologico” e dunque “stazionario”. Ma con qualche “miglioramento di alcuni valori”, ha raccontato in serata Danilo Moresco, papà di Luana.

“Le prossime 48 ore saranno decisive per valutare se è possibile intervenire chirurgicamente”, ha spiegato l’uomo. Due giorni in cui si tenterà il tutto e per tutto per il 29enne che sta lottando fra la vita e la morte. Moresco ha raccontato di avere visto Antonio giovedì sera in ospedale: “E’ stato colpito alla testa da un proiettile ma non sono riuscito a capire bene dove, perché è bendato e ha solo il viso scoperto”.

A “sperare in un miracolo” anche i due europarlamentari della Lega Mario Borghezio e Oscar Lancini che questa mattina sono andati a salutare la famiglia: “la mamma è disperata e molto provata”, hanno riferito. Sotto choc le amiche del giornalista che erano con lui quella tragica sera.

“Le ragazze stavano guardando le vetrine del centro quando hanno sentito i colpi e poi sono fuggite e si sono rifugiate dentro un bar dove si sono nascoste sotto un tavolo”. A rivelare quei momenti drammatici è l’eurodeputato Daniele Viotti (Pd) che le ha incontrate. “Ci hanno fatto il gesto dell’attentatore con il braccio teso e la pistola in mano”, ha aggiunto Viotti non nascondendo anche lui un certo turbamento di fronte a quel drammatico racconto.

“Antonio – ha aggiunto – l’europarlamentare dem – stava scrivendo un paper sul bilancio europeo. Abbiamo chiacchierato una decina di minuti quella sera e poi ci saremmo dovuti vedere a gennaio. Lui era entusiasta, non aggiungo altro”, ha tagliato corto Viotti.

Intanto all’ospedale Hautepierre, dove sono ricoverati i casi più gravi della sparatoria di martedì sera, è un continuo via-vai dei parenti delle persone gravemente ferite fra scene di dolore e disperazione. Drammatico l’incontro fra i familiari, gli amici e i conoscenti di Kamal l’uomo afghano di 45 anni, padre di tre bambini, che è morto per le ferite riportate nell’attacco. “Come si può uccidere così, davanti ai bambini? Un essere umano non può fare cose simili, chi fa cose simili non ha neanche una religione, sono solo criminali”, ha detto Farhad, uno dei tanti amici di Kamal.

(dell’inviato Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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